Palermo, 21 gen. (TMNews) – Il giudizio definitivo che potrebbe essere emesso già oggi dalla corte di Cassazione segnerà il destino dell’ex presidente della Regione Siciliana Salvatore Cuffaro, condannato in appello a 7 anni per favoreggiamento con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa nel processo delle cosiddette “talpe alla dda”. Gli scenari che si profilano a questo punto, però, sono diversi.
Se i giudici di legittimità decidessero di non accogliere il ricorso avverso alla sentenza d’appello, per Cuffaro scatterebbero immediatamente le manette e il trasferimento in carcere. Un’altra soluzione, invece, vedrebbe la Suprema Corte annullare la sentenza, senza il rinvio al secondo grado di giudizio; in questo modo per Cuffaro si tratterebbe di un’assoluzione in via definitiv.
La Cassazione potrebbe decidere quindi l’annullamento della sentenza, con il rinvio alla corte d’Appello di Palermo davanti alla quale si svolgerebbe di nuovo il processo di secondo grado, che dovrebbe seguire stavolta i dettami indicati dai giudici romani, con il conseguente allungamento dei tempi processuali e il conseguente avvicinamento della soglia di prescrizione. L’ultima soluzione, infine, sarebbe il mancato riconoscimento dell’aggravante dell’agevolazione mafiosa inflitta all’ex governatore siciliano soltanto in appello. In questo caso varrebbe la condanna di primo grado, favoreggiamento semplice, ma il reato ormai è prescritto, e Cuffaro sarebbe libero.
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