Il Cairo, 7 feb. (TMNews) – I servizi di sicurezza egiziani ricorrono ancora alla violenza e alla tortura e non mostrano alcun segno di voler porre fine a queste pratiche, nonostante l’impegno del regime a favore delle riforme. A sostenerlo sono gli attivisti per i diritti dell’uomo.
La rabbia contro gli abusi e la tortura usata dalle forze di sicurezza è stato uno degli elementi scatenanti della protesta in atto dal 25 gennaio scorso contro il regime di Hosni Mubarak, al potere da 30 anni. Ieri, il regime ha accettato di valutare le denunce per i maltrattamenti inflitti ai prigionieri politici e di revocare le misure di emergenza che autorizzano detenzioni senza processo. Ma violenza e tortura hanno segnato anche queste due settimane di manifestazioni, denuncia oggi Hassiba Hadj Sahraoui, di Amnesty International.
“Quando si guarda a come le forze di sicurezza hanno trattato i dimostranti negli ultimi dieci giorni, vi rendete conto che non c’è stato alcun cambiamento nel loro modo di comportarsi – ha detto alla France presse – se tutto questo viene fatto per mantenere l’ordine pubblico, e non spaventare la popolazione, dovrebbero pubblicare l’elenco delle persone detenute”.
(segue)
Sim
© riproduzione riservata