VARESE Quella che vi stiamo per raccontare è una bella storia, di quelle che fanno venire a tutti la voglia di darsi un’altra possibilità. Perché non è mai troppo tardi per provare a raggiungere un traguardo, specialmente quando lo si porta nel cuore da tanti anni. Amelia Ferrari, 42 anni, ha preso la maturità insieme alla figlia Simona Basana, di 20 anni. La prima si è diplomata all’isiss Daverio, in ragioneria. La seconda all’ipsia Newton, dopo aver frequentato il corso di tecnico chimico biologo.
Corso serale per la mamma, diurno per la figlia. Alla fine, la mamma è maturata con un bel 72 e la figlia con un 75. A dividerle una valutazione di 3 punti, e 22 anni di età. «Non abbiamo studiato insieme neppure italiano e storia, i cui programmi erano pressoché simili, entrambe abbiamo il motto “chi fa da sé fa per tre” – racconta mamma Amelia – E non abbiamo neppure festeggiato insieme. Io sono uscita a cena con il marito, lei con il fidanzato, perché è giusto così. Quello che ho fatto, però, una volta terminati gli esami, è stato preparare un bel tiramisù e un salame al cioccolato per ripagarci della fatica. Del resto, la mamma è sempre la mamma».
Amelia Ferrari, a suo tempo, aveva frequentato l’Ipc di Busto Arsizio, interrompendo gli studi dopo il terzo anno. «I miei genitori un bel giorno mi hanno detto, Amelia è venuto il tempo che tu vada a lavorare. E così ho fatto. Ho dovuto chiudere i libri, ma la voglia di prendere il diploma mi è rimasta sempre. Ho messo da parte l’idea, senza mai abbandonarla definitivamente». La voglia di provarci veramente è tornata a farsi prepotentemente viva vedendo la figlia frequentare la scuola superiore. I libri aperti, i quaderni pieni di schemi, gli appunti sono stati un richiamo allo studio impossibile da ignorare. «A un certo punto mi sono detta, perché no?» racconta Amelia. Detto, fatto. Si è iscritta “al progetto di rete varesina per il rientro in formazione istruzione superiore”, l’unico in Italia che consente di prendere il diploma in tre anni. «Nelle scuole private si arrivano a spendere oltre 10 mila euro, mentre questo corso, che è statale, richiede una spesa di 150 euro all’anno – spiega Giuliano Leone, coordinatore del progetto che si svolge con gli istituti Newton e il Daverio – Quest’anno si sono diplomate circa 70 persone, con ottimi voti. Cosa che dimostra che il percorso didattico funziona».
«Certo, si tratta di uno sforzo che richiede molta motivazione – continua mamma Amelia – Io di giorno lavoro in un’impresa di pulizie. Poi ho la casa da mandare avanti. Alla sera è stato un bel sacrificio frequentare le lezioni. Ora che riuscivo a mettermi sui libri erano passate le 23. Mi è capitato di studiare buona parte della notte. Ho trovato energia nella voglia di riuscire a farcela». Mamma e figlia, il giorno dell’orale, si sono raccomandate di non andarsi rispettivamente a vedere. «Ci saremmo sentite in imbarazzo, ma non in competizione – racconta la mamma – Adesso la sfida sarà a chi troverà prima un lavoro. Inizieremo subito a spedire curricula. Io quest’anno ho perso due mesi di lavoro e di scuola per via di un ricovero all’ospedale. Voglio trovare un lavoro più tranquillo del fare le pulizie, fosse anche rispondere al telefono. Spero che questo diploma, preso con tanta fatica, mi dia una mano. Del resto, chi la dura la vince».
Adriana Morlacchi
e.marletta
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