New York, 23 ago. (TMNews) – Nel secondo trimestre dell’anno, il numero di banche sulla lista del governo che enumera le istituzioni finanziarie a rischio di fallimento è diminuito per la prima volta dall’inizio della crisi finanziaria. Secondo i dati della Federal Deposit Insurance Corporation, agenzia che vigila sulla solvibilità delle banche regionali non sottoposte ai controlli della Federal Reserve, 23 istituti sono stati depennati dall’elenco riducendo il numero di banche sulla lista a 865. Secondo il New York Times, questo è la prima flessione nel numero di istituti a rischio fallimento dal terzo trimestre del 2006, e uno dei segni della buona salute del settore.
Nella prima metà del 2011 sono fallite 48 banche, un numero di gran lunga inferiore ai 157 istituti andati in fallimento nella prima metà del 2010. Ciononostante, nota il prestigioso quotidiano newyorkese, l’entità dei problemi degli istituti americani a rischio fallimento – circa uno ogni nove – rimangono gravi. E i problemi potrebbero aumentare se la ripresa economia dovesse subire ulteriori rallentamenti.
Per il presidente dell’agenzia federale Martin Gruenberg, “dalla crisi finanziaria e conseguente recessione economica che si sono verificate tra il 2007 e il 2009, le banche hanno continuato a fare progressi graduali”.
Secondo il Times, oltre alla diminuzione del numero di istituti a rischio fallimento, ci sono anche altri segnali di ripresa del settore bancario americano. Nel secondo trimestre dell’anno e per l’ottavo trimestre consecutivo , le 7.513 banche americane hanno riportato utili complessivi per 28,8 miliardi di dollari, un aumento di quasi il 38 per cento rispetto allo stesso periodo di un anno fa.
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