A Varese la malattia dei topi Sotto accusa lago e gamberi

VARESE «Il caso di leptospirosi è un campanello d’allarme, stiamo verificando quello che è successo e se sarà opportuno, la Provincia di Varese si farà capofila di un tavolo con le autorità sanitarie per pianificare le possibile contromisure».
L’assessore provinciale all’Agricoltura Bruno Specchiarelli interviene dopo che un uomo di 64 anni ha contratto la «malattia dei topi» pescando gamberi sul lago di Varese, tra Azzate e Bodio Lomnago.
Un caso del quale si sta occupando anche la Asl di Varese.

«Faremo un’indagine attraverso i servizi di infettivologia per capire come sia avvenuto il contagio – spiega il direttore generale Pierluigi Zeli – Si tratta di un provvedimento di prassi quando si verificano simili casi». L’uomo è stato ricoverato nei giorni scorsi nel reparto infettivi del Circolo a causa dei sintomi di una malattia che si può contrarre venendo a contatto con le urine dei topi.
Lunedì è stato dimesso e trasferito a Brebbia, per un periodo di riabilitazione, grazie a un miglioramento nelle sue condizioni di salute.
Al centro delle indagini Asl è proprio l’area del lago, dove l’uomo avrebbe contratto la malattia. E la Provincia nei prossimi giorni potrebbe pianificare interventi di derattizzazione per prevenire altri casi di leptospirosi che non può trasmettersi da uomo a uomo.
«Non c’è nessun rischio per chi mangia i gamberi o i pesci pescati nel lago – spiega Specchiarelli – perché il contagio non si trasmette attraverso la fauna ittica ma solo a causa del contatto con i ratti. In passato avevamo emanato un’ordinanza con alcuni accorgimenti per chi va a pescare i gamberi, come quello di utilizzare i guanti – continua – che ora possono rivelarsi utili anche per evitare simili casi».
«Bisognerà verificare quello che è successo e, se saranno opportuni interventi di derattizzazione, dovremo concentrarli nelle zone dove si trovano scarichi fognari, rifiuti o acqua stagnante. Si tratta di un campanello d’allarme – conclude – al quale presteremo la massima attenzione».

s.bartolini

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