Londra, 20 lug. (TMNews) – Nello scandalo delle intercettazioni che sta coinvolgendo i media, la polizia e la classe politica del Regno Unito, l’estate rappresenta l’unica speranza di respiro per il primo ministro David Cameron. Superate le vacanze la vicenda perseguiterà a lungo il premier britannico fortemente indebolito, secondo quanto ritengono gli analisti politici. “Per parlare crudamente, Cameron ha il piombo sulle ali. La vicenda non si evaporerà nei prossimi mesi, forse anni, per il semplice fatto che c’è un’inchiesta in corso”, ha spiegato Roy Greenslade, professore di giornalismo alla City University di Londra.
Cameron è intervenuto oggi alla Camera dei comuni sulla difensiva, incalzato dal capo della opposizione Ed Miliband che lo invitava ad assumersi le sue responsabilità. “Con il senno di poi non avrei offerto a Andy Coulson l’incarico” di portavoce di Downing Street ha ammesso il premier. Coulson è stato direttore del tabloid d inglese News Of the World, al centro dello scandalo, prima di diventare portavoce di Downing Street e di essere costretto alle dimissioni, lo scorso gennaio.
“David Cameron non si rimetterà più”, è l’opinione di Victoria Honeyman, politologa all’Università di Leeds. “Potrebbero passare due anni prima dei primi processi” di alcune delle 10 persone arrestate finora, e “da due a tre anni prima delle conclusioni dell’indagine pubblica” ordinata dal primo ministro, ha aggiunto l’esperta. L’indagine, affidata a un giudice, ha il doppio compito di fare luce sullo scandalo e analizzare l’etica della stampa, dopo la scoperta delle pratiche in uso presso News of the World del magnate Rupert Murdoch.
News of the World è sospettato di avere intercettato circa 4.000 persone nella sua spasmodica ricerca di scoops dagli anni 2000. Avrebbe anche pagato degli agenti consenzienti. Cameron, che i sondaggi danno in picchiata, ha chiesto oggi che le indagini si esauriscano in un anno. Ma il problema, per lui, sarà l’effetto delle nuove rivelazioni che saranno ‘distillate’ “goccia dopo goccia”, ha spiegato Honeyman. “Anche se la vicenda si placherà, tornerà a disturbare Cameron periodicamente nei prossimi due anni”, ha detto da parte sua Tim Basilea, dell’Università di Sussex.
Per Honeyman e Basilea, in ogni caso, l’inchiesta voluta da Cameron non cambierà le cose e la montagna partorirà un topolino. “Ci sarà forse un rafforzamento delle direttive e l’introduzione di regole” nuove, ma una legislazione restrittiva: “La nazione non la desidera ardentemente”, hanno spiegato. Quanto a Tim Basilea, l’esperto ritiene che il primo ministro non desideri attirare su di sé l’ostracismo dei media, anche dopo la scomparsa del “sortilegio Murdoch”.
(fonte Afp)
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