Napoli, 3 set. (TMNews) – Si è concluso dopo circa sei ore il lungo interrogatorio di garanzia sostenuto da Giampaolo Tarantini davanti al gip del tribunale di Napoli Amelia Primavera. I legali dell’imprenditore – che è in carcere da tre giorni per la presunta estorsione ai danni del premier Silvio Berlusconi – hanno spiegato che il loro assistito ha fornito ai magistrati ampie spiegazioni sulla vicenda oggetto delle indagini.
Tarantini, che è difeso dagli avvocati Alessandro Diddi e Ivan Filippelli, ha risposto alle domande del gip ricalcando la linea del memoriale che aveva firmato il 31 agosto scorso e inviato alla Procura napoletana. Ha ribadito di aver preso spontaneamente soldi dal premier, parlando di un aiuto che gli sarebbe stato offerto per affrontare le difficoltà economiche in cui versava. I legali dell’imprenditore barese hanno raccontato che Valter Lavitola (destinatario di un provvedimento non ancora eseguito perché si troverebbe all’estero) avrebbe fatto credere a Tarantini, a un certo punto della vicenda, che il presidente Berlusconi lo aveva abbandonato, “per questo Giampaolo era molto amareggiato e dubitava che Berlusconi mantenesse la promessa di aiutarlo”, hanno dichiarato al termine dell’interrogatorio, aggiungendo che “quei soldi non servivano per una vita sfarzosa ma a rimediare ad alcuni errori commessi”.
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