Washington, 25 lug. (TMNews) – Nessun accordo sull’aumento del tetto del debito negli Stati Uniti, dopo le ultime ore di frenetici – ufficiosi – negoziati tra democratici e repubblicani e quando mancano appena otto giorni dalla data di scadenza fissata per evitare il default. Barack Obama e il suo partito continuano ad opporsi a ogni tipo di accordo in tal senso, ha confermato un alto responsabile della Casa Bianca al termine di un incontro tra il presidente e i suoi alleati al Congresso. “Durante una riunione con i leader democratici al Senato e alla Camera, Harry Reid e Nancy Pelosi, “il presidente è stato informato sullo stato dei negoziati”: “i partecipanti hanno riaffermato la loro opposizione a un accordo di breve durata per alzare il tetto del debito”, soluzione avanzata dai repubblicani per uscire dall’attuale situazione di stallo.
Ieri il presidente della Camera dei rappresentanti, il repubblicano John Boehner, aveva confermato la validità della sua ultima offerta di accordo, aggiungendo che in caso di mancata intesa i repubblicani sarebbero andati avanti da soli. “Credo che la cosa migliore sia un piano bipartisan, ma è troppo presto per dire se questo sarà possibile”. Boehner, in particolare, resta convinto del fatto che l’unica strada percorribile sia un aumento del tetto del debito in due fasi, una immediata con 1.000 miliardi di dollari di tagli e una nel 2012, in piena campagna elettorale, dopo che una commissione avrà individuato le spese da ridurre o eliminare.
Poco prima, il segretario del Tesoro, Timothy Geithner, aveva sottolineato la necessità assoluta di evitare la minaccia di un default dei pagamenti degli Stati Uniti almeno per i prossimi 18 mesi. “Bisogna sottrarre questa questione all’arena politica”, aveva detto Geithner, facendo riferimento alla campagna per le elezioni presidenziali del novembre 2012.
Intanto, oggi, la Borsa di Tokyo ha aperto la sua seduta in ribasso di mezzo punto percentuale. E si teme anche per Wall Street: il mancato accordo sul debito, secondo molti analisti, potrebbe avere conseguenze drammatiche sulla Borsa statunitense e, a cascata, anche sui principali mercati europei.
(fonte afp)
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