Mille sagome disegnate sull’asfalto Tradate ricorda le morti bianche

TRADATE Sono comparse 1500 sagome sulle strade di Tradate: sono state dipinte con il gesso nella notte tra sabato e domenica in vista della manifestazione nazionale dell’Anmil.
Non c’è nulla di casuale e provocatorio né nei numeri né nel gesto. Tutto ha un senso. Le sagome sono state tracciate da Moreno Di Trapani per conto del Comune di Tradate e rappresentano i morti sul lavoro diretti e indiretti. Vale a dire non solo quelli che rimangono vittime della carenza di sicurezza,

ma anche quelli che muoiono a causa delle malattie professionali invalidanti.
In tutto sono cinque persone al giorno. Ogni giorno dell’anno. Comprese le domeniche, il Ferragosto e il Natale. Numeri che parlano di un conflitto perenne, numeri da fare accapponare la pelle, che sono stati ricordati domenica mattina nel corso della manifestazione nazionale dell’Associazione mutilati e invalidi del lavoro (Anmil) che si è svolta appunto a Tradate.

«La manifestazione è andata molto bene – spiega il vicesindaco Vito Pipolo – e ringrazio tutte le autorità che hanno presenziato a partire dall’onorevole Daniele Marantelli e dal consigliere regionale Giorgio Puricelli. Abbiamo voluto sottolineare l’importanza del momento con un gesto simbolico, quello di disegnare le sagome con il gesso sull’asfalto. Sono le sagome dei 1500 lavoratori che ogni anno muoiono a causa del lavoro.

La manifestazione di Anmil a Tradate certifica l’attenzione e la sensibilità della nostra amministrazione comunale al tema degli infortuni e delle malattie legate ai luoghi insalubri. Un percorso, il nostro, che culmina con le sagome di gesso, ma che era iniziato l’anno scorso con le 1200 croci di legno piantate in piazza Mazzini. Una manifestazione che può essere piaciuta o meno, ma che non può non aver sollevato qualche domanda. Di fronte alle croci di ieri o alle sagome di oggi è inevitabile chiedersi se sia proprio possibile che succeda questo. Purtroppo la risposta è si».

Il vicesindaco Pipolo conclude con una speranza: «Alla prima pioggia queste sagome verranno cancellate dall’asfalto – spiega -, ma non verranno mai cancellate dalla memoria dei tradatesi. Non c’è peggior cosa di uscire per lavorare e non ritrovare l’affetto dei propri famigliari alla sera. Per questo un pensiero sincero va ai tradatesi che hanno perso la vita sul lavoro nel corso dell’ultimo anno: Alberto Broggi, Antonio Valenti De Jesus  e Gabriele Griggio».

Alessandro Madron

e.besoli

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