Bergamo, 6 set. (TMNews) – Un nuovo importante dettaglio è emerso dalle analisi dell’anatomopatologa Cristina Cattaneo sul corpo di Yara Gambirasio: le ferite da taglio ai polsi, sulla schiena e al collo della ragazza sarebbero compatibili con un taglierino da cantiere. Per due motivi: l’anatomopatologa avrebbe isolato e individuato sulle ferite (e non solo sui vestiti) della ragazzina, polvere e materiale riconducibile agli ambienti dei cantieri, polvere di cemento o di piastrelle; le stesse ferite da taglio, inoltre, non avrebbero presentato strappi o forzature disordinate e sarebbero quindi state effettuate con una lama molto fine, capace di alta precisione.
Dettagli che hanno portato l’anatomopatologa e gli inquirenti ad una conclusione: ferite praticate con una lama molto usata in edilizia, quella del classico taglierino che ogni muratore o piastrellista porta con sé. E’ un ulteriore elemento che rimanda all’ambiente degli operai dell’edilizia, dopo le ricerche iniziate dai cani molecolari nel cantiere di Mapello, dopo la polvere da cantiere rintracciata nei bronchi polmonari della ragazzina, dopo quella stessa polvere isolata dai vestiti. Dettagli non irrilevanti, ai quali si aggiunge anche la circostanza che diversi operai al lavoro a Mapello erano stati anche impiegati per altri interventi in alcune aziende di via Bedeschi, a Chignolo d’Isola. La ricerca dell’assassino di Yara potrebbe forse circoscriversi a un numero più ristretto di possibili autori del delitto.
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