LONATE POZZOLO 200 mila metri quadri di capannoni, area logistica, hotel e centro direzionale. Una colata di cemento che, se fosse approvato il progetto di ampliamento di Malpensa, andrebbe a cancellare un’area di terreno grande 330 ettari. Come tutta la cerchia dei bastioni a Milano. Una grande opera che, con molta probabilità, attirerebbe l’interesse della criminalità organizzata.
Ne sono convinti i componenti del Movimento 5 Stelle che sabato, con Mattia Calise, il loro rappresentante in consiglio comunale a Milano, sono andati in via Gaggio a vedere con i propri occhi la zona del Parco del Ticino interessata dall’intervento.
«Sappiamo benissimo chi, nel Nord Italia e in Lombardia, ha in mano il settore della movimentazione della terra – spiegano i grillini -. La paura è che questa grande opera, come quella dell’Expo 2015, attiri gli appetiti della mafia e della ‘ndrangheta».
Numerosi indagini e arresti hanno dimostrato come, tra gli ambiti di interesse ed infiltrazione dei clan calabresi e lombardi, quello del movimento terra sia uno dei principali. Una presenza che riesce a ritagliarsi uno spazio importante nelle grandi opere pubbliche, grazie alla pratica diffusa dei subappalti.
Ma è proprio vero che l’ampliamento dello scalo aereo potrebbe portare la mafia direttamente dentro i cantieri di Malpensa? «E’ un problema che non mi sono mai posto – spiega l’assessore Giancarlo Simontacchi, a capo del gruppo di lavoro sulla legalità -. Ora pensiamo a fermare l’ampliamento di Malpensa. Se si toglie il dente si toglie il male e in questo caso il dente è proprio il Master Plan».
L’attenzione, in questo momento è concentrata sul cercare di bloccare l’ampliamento dell’aeroporto. «Se poi il Master Plan, malauguratamente, dovesse essere approvato allora ci porremo il problema». «Non ho mai collegato i 200 mila mq di capannoni con un possibile interesse della mafia – dice il consigliere comunale Giacomo Buonanno -. E’ un problema che si può presentare per tutte le grandi opere, dall’Expo alla Pedemontana».
Rispetto a Malpensa, secondo il consigliere del Pd, «siamo ancora ad un livello precedente. Dobbiamo decidere chi ha il diritto di gestire il territorio: i Comuni o Sea?». E’ chiaro, infatti, che se imprese e capannoni verranno costruiti all’interno del sedime aeroportuale, una sorte di zona franca, queste non si insedieranno fuori dal perimetro di Malpensa. «Sinceramente, quella sollevata dai grillini, mi sembra un po’ una forzatura. Bisogna prestare attenzione per evitare infiltrazioni della malavita in tutte le opere che si realizzano, grandi o piccole che siano».
Dubbioso, sulla questione, anche il portavoce del Comitato W via Gaggio. Walter Girardi ha accompagnato Mattia Calise a visitare la Brughiera, ma non è molto convinto rispetto a questo possibile appetito delle cosche su Malpensa. «Devo dire la verità: non ho particolari elementi per esprimermi, ma questo mi sembra un rischio che interessa maggiormente i cantieri dell’Expo. Credo che Malpensa, in quanto zona sensibile, abbia già di suo un livello di controllo e protezione più alto rispetto al normale». Intanto il Movimento 5 Stelle dà appuntamento al 26 ottobre per una manifestazione dal titolo emblematico: “A Milano la mafia esiste”. Sede il Comune di Milano.
Tiziano Scolari
e.besoli
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