Toyota fa il punto sulla sua «rinascita» dopo il fermo di alcune delle sue unità produttive nel Giappone sconvolto dal terremoto-tsunami dell’11 marzo. L’obbiettivo di un ritorno alla piena capacità produttiva nel mercato globale è oramai data per certo entro fine anno.
Anzi, il brand di lusso della casa automobilistica del Sol Levante – Lexus – mira, soprattutto grazie alla nuova compatta CT 200h, ad ampliare la propria penetrazione in Italia come marchio luxury ormai quasi interamente ibrido.
E per l’ad di Toyota Motor Italia, Massimo Gargano, Lexus può diventare in Italia, entro il 2013, l’unico marchio con una gamma solo ibrida. Intanto, la stampa specilizzata italiana ha potuto provare nei giorni scorsi in Versilia l’ultima evoluzione della supercar LFA, supersportiva senza compromessi.
Questo «bolide» della casa giapponese, anticipata da ben tre prototipi nel corso degli anni, si sviluppa su un progetto nato nel 2000 e presenta ora alcune interessanti innovazioni e caratteristiche, su tutte la LFA «Nurburgring Package», versione ancora più estrema della vettura di serie e offerta in soli 50 esemplari su un totale di 500 vetture prodotte e già vendute (una già in Italia e un’altra in Inghilterra ad un prezzo di 360.000 euro).
Una vera e propria «edizione limitata» La LFA monta un motore V10 da 4,8 litri, con ben 560 cavali di potenza (570 per la «Nurburgring Package»): di per sé siamo di fronte a una motorizzazione già da brivido ma le prestazioni risultano ancor più straordinarie grazie alla innovativa scocca composta per il 65% in fibra di carbonio, un materiale denominato Cfrp.
Il carbonio ritorna inoltre in molte altre componenti, come l’interno delle portiere ed i gusci dei sedili. L’accelerazione da 0 a 100 km/h avviene in 3,5 secondi, con una velocità di punta di 325 chilometri l’ora e un regime di rotazione massimo di 9.000 giri al minuto.
Come detto, i modelli in produzione sono solamente 500 e, risultato che neppure Lexus si attendeva, sono andati venduti nel giro di pochissime settimane, con richieste più che doppie rispetto alla disponibilità, segno evidente che il pubblico – collezionisti in prima fila – ripone grande fiducia in questo modello non solo lussuoso, ma anche molto grintoso.
Quasi inutile sottolineare che, nel segno del miglior artigianato automobilistico, l’intero della Lexus LFA è stato interamente assemblato a mano con i migliori materiali. L’abitacolo ha due soli posti con sedili avvolgenti e presenta un grande tunnel centrale tra i due sedili.
Dall’ergonomia dei comandi alle cinture di sicurezza molto aderenti per poter contenere gli spostamenti anche trasversali del corpo, tutto è stato pensato per facilitare una simbiosi tra pilota e mezzo meccanico.
La trasmissione aiuta e supporta la guida con quattro modalità selezionabili («auto», «sport», «normal» e «wet») per non esagerare quando il fondo stradale è scivoloso. Come dire che la sicurezza resta al primo piano anche su vetture dove la grinta del propulsore sembra dominare su (quasi) tutto. La pronta risposta del V10 nel riprendere anche dopo un tratto condotto a basse andature conferma questa caratteristica di fondo. Un brivido per pochi.
Daniele Vaninetti
m.sanfilippo
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