New York, 1 ago. (TMNews) – Oltre cento morti in una delle giornate più sanguinose degli ultimi mesi in Siria. I carri armati in strada ad Hama: gli spari contro la popolazione civile; la repressione in atto pure a Damasco ed Homs. E’ stato un vero e proprio massacro quello voluto dal regime di Bashar al Assad per reprimere le manifestazioni di protesta in tutto il paese. E una dura condanna è arrivata dall’intera comunità internazionale. Come ha già fatto l’Italia con il suo ministro degli Esteri Franco Frattini, anche la Germania ha richiesto ieri sera una riunione d’urgenza del Consiglio di sicurezza dell’Onu sulla situazione in Siria: la richiesta è stata confermata dal portavoce tedesco Alexander Eberl.
Berlino ha ceduto oggi la presidenza di turno del Consiglio Onu all’India. Eberl ha auspicato che il Consiglio possa riunirsi già a partire da oggi.
Ieri un centinaio di persone sono state uccise e molte decine sono rimaste ferite in una una vasta offensiva dell’esercito siriano ad Hama, principale teatro delle manifestazioni di protesta contro il regime di Bashar al Assad. I carri armati hanno sparato indistintamente sulla folla, dopo essere entrati in città. Una pioggia di granate di è abbattuta dalla folla da almeno quattro diverse direzioni. Decine i cadaveri lasciati per strada. Tra le vittime anche numerose donne e bambini. Disordini ci sono stati anche ad Homs, dove il bilancio è stato di cinque civili uccisi e nella capitale Damasco, dove fonti locali hanno riferito di una quarantina di feriti.
Le violenze sono state duramente condannate dalla comunità internazionale. Londra ha denunciato un uso della forza ingiustificato, “tanto più scioccante” perché alla vigilia del ramadan, che inizia oggi. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama si è detto “sconvolto” ed ha assicurato che Washington farà di tutto per tentare di isolare Assad e il suo governo. Anche l’Onu, tramite il suo segretario generale Ban ki-moon, ha “condannato vigorosamente l’uso della forza contro la popolazione civile”. E parole di condanna sono giunte anche dalla Turchia, che ha chiesto al regime siriano di mettere fine a operazioni militari “che non portano ad alcuna soluzione”.
(con fonte afp)
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