Roma, 2 dic. (TMNews) – L’esplosione di lunedì scorso al sito nucleare iraniano di Isfahan, dopo quella di poco più di una settimana prima in un deposito militare nella stessa città, è il segnale di una nuova fase per demolire le ambizioni nucleari della repubblica islamica. E’ quanto scrive oggi il quotidiano britannico The Times.
“Invece di un’azione evidente si hanno interventi segreti – ha detto al quotidiano un funzionario della difesa israeliana – questo è un nuovo fronte di battaglia, un nuovo genere di guerra”. Israele è da sempre in prima linea nel contrastare il programma nucleare iraniano, considerando una Repubblica islamica dotata di armi nucleari come una minaccia alla propria esistenza.
Negli ultimi due anni, ricorda il Times, sono state diverse le esplosioni “misteriose” e le morti “accidentali” avvenute in Iran: dalla deflagrazione in una base che ospitava missili a medio raggio, avvenuta nell’ottobre 2010, fino all’uccisione di Dariush Rezaei, uno scienziato nucleare, lo scorso luglio a Teheran. Per non dimenticare il virus informatico Stuxnet dello scorso anno, che mandò in tilt le centrifughe ad uranio arricchito, e che ha definito la cyber-guerra moderna.
“Non ci sono molte coincidenze e quando ci sono così tanti eventi c’è probabilmente una sorta di mano guida, forse la mano di Dio”, ha detto al Times l’ex capo della sicurezza interna israeliana, il generale Giora Eiland.
Da parte sua, una fonte diplomatica occidentale ha sottolineato come questi incidenti siano “perfetti per Israele”: “Viene rallentato il programma di armi nucleari. E inoltre non ti assumi la responsabilità per aver fatto alcunchè, mentre l’Iran continuerà a negare e a chiamarli incidenti”.
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