New York, 2 ago. (TMNews) – E’ tornata in aula la deputata democratica Gabrielle Giffords. Per la prima volta dopo l’attentato dello scorso 8 gennaio a Tucson, in Arizona, è ricomparsa ieri alla Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti per partecipare alla votazione sull’accordo per alzare il tetto del debito pubblico. La deputata, sopravvissuta incredibilmente alle gravissime ferite riportate dall’attentato di sette mesi fa, è entrata in aula camminando con evidente difficoltà e accompagnata dal marito, l’astronauta Mark Kelly. Il ritorno della Giffords è stato accolto dall’applauso unanime dei colleghi, un raro momento di unità bipartisan nel corso della lunga battaglia sul debito pubblico che ha diviso fortemente i due partiti.
“Ho seguito il dibattito sul debito e sono stata profondamente delusa per quello che sta succedendo a Washington”, ha detto la Giffords in un comunicato diffuso dal suo staff. “Credo fermamente che agire per il bene del popolo americano sia più importante della logica di partito. Dovevo assolutamente riuscire a venire per dare il mio contributo. Non potevo rischiare che la mia assenza portasse al crollo della nostra economia”. Ha votato infatti sì alla proposta di alzare il tetto del debito pubblico insieme a tagli alla spesa. La sua apparizione era rimasta segreta fino all’ultimo minuto: nessuno dei colleghi sapeva che la deputata democratica avrebbe preso parte al voto, anzi non si sapeva neppure che fosse a Washington.
L’autore dell’attentato di gennaio è stato Jared Loughner, che aprì il fuoco durante un comizio a Tucson, in Arizona, uccidendo sei persone, tra cui una bambina di nove anni, e ferendone 18. L’obiettivo dell’attacco era proprio la Giffords, colpita alla testa e sopravvissuta per miracolo: un proiettile sparato a bruciapelo le attraversò la testa da parte a parte, perforando il lato sinistro del cervello. La deputata, come si è visto nell’apparizione in aula, non è ancora del tutto guarita e sta seguendo un percorso di riabilitazione in clinica. Ora, tuttavia, sarà stimolata dalle parole di conforto dei colleghi, come quelle della capogruppo democratica Nancy Pelosi: “Chiamarla collega, per me, è un privilegio”.
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