Napoli, 15 set. (TMNews) – In cinque pagine di memoriale il premier Silvio Berlusconi ha spiegato ai pm di Napoli come e perché fornì aiuto economico ai coniugi Tarantini, precisando: “A Roma ho una cassaforte dove tengo sempre disponibile una somma in contanti per le mie spese personali e per le necessità di casa che alimento io stesso, portando del denaro ad Arcore – Somme tratte dai miei conti correnti personali, prelevate dai miei ragionieri e documentabili in ogni momento”.
Nella memoria consegnata alla procura di Napoli, Berlusconi ribadisce di aver dato aiuto a una famiglia, quella di Lavitola, che versava in “una situazione gravissima” e ricorda di aver conosciuto Lavitola per la sua attività di giornalista e Tarantini in quanto “mi fu presentato come imprenditore di successo”.
Nella memoria non fa cenno esplicito ai 500mila euro che secondo la Procura sarebbero al centro della presunta estorsione. E parla invece genericamente di un “finanziamento” spiegando di aver consegnato la somma “in molteplici tranches dalla primavera di quest’anno fino a prima dell’inizio dell’estate”; le dazioni sarebbero avvenute “sempre in Roma” e in contanti. “Lavitola mi disse che avrebbe depositato lui direttamente i fondi presso una banca in Sudamerica dove erano già depositati i suoi fondi personali e che avrebbe preferito ricevere la somma da me in contanti”. “Non sono in grado di ricordare il numero delle tranches” ha ribadito il premier.
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