Vicenza, 4 dic. (TMNews) – La Lega di fronte a “una finestra della Storia” torna al sogno di sempre, la secessione, ma in versione “light”, consensuale, sul modello cecoslovacco; si prepara all’opposizione dura e pura organizzando “un gruppo d’attacco contro le nefandezze del governo Monti”; invia a Roma il suo esponente più istituzionale, l’ex ministro dell’Interno Roberto Maroni, nel ruolo di ambasciatore leghista per “fare il culo in Parlamento”. E annuncia “una grande manifestazione” del Carroccio a gennaio a Milano, “come quelle di una volta”.
L’attesa riapertura del parlamento padano, annunciata all’indomani dell’uscita del Carroccio dal governo, è stata per Bossi l’occasione per esprimere, in ottica indipendentista, la sua visione dell’Europa. E soprattutto il futuro prossimo del movimento, tornato nella trincea del Parlamento Padano come nelle altre occasioni in cui si è ritrovato all’opposizione: nel 2007 col governo Prodi, nel 1999 col governo D’Alema. “Nella guerra economica che sta finendo, l’Italia ha perso, la Padania ha vinto”. E come in tutti i conflitti, è giunta l’ora dei trattati. Alla Lega quindi, da rappresentante del popolo vincitrice, secondo il ragionamento bossiano, spetta il dividendo bellico dell’indipendenza della Padania. “Dobbiamo buttarci dentro questa finestra della Storia che si è aperta”, ha detto Bossi tra gli applausi dei militanti che inneggiavano alla secessione.
Mda
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