Nicosia, 8 nov. (TMNews) – E’ di almeno dieci morti il bilancio delle violenze in Siria, dove almeno otto militari sono rimasti vittime di un’imboscata tesa da un gruppo di disertori dell’esercito mentre due civili sono stati uccisi dalle forze di sicurezza: lo hanno reso noto fonti delle ong siriane per la difesa dei diritti umani mentre le Nazioni Unite diffondono il nuovo bilancio delle proteste, che ammonterebbe a 3500 morti.
L’imboscata è avvenuta nei pressi della località di Maarat al-Nooman, nella regione nordoccidentale di Idleb: nelle ultime settimane gli attacchi di gruppi armati di disertori contro le forze di sicurezza si sono moltiplicati. Due civili, fra cui una bambina, sono invece stati uccisi nel corso di alcune perquisizioni effettuate dalla polizia a Homs.
Secondo i dati forniti dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani la repressione delle manifestazioni
anti-governative in Siria ha causato oltre 3.500 morti: dal 2 novembre scorso, giorno in cui Damasco ha accettato il piano di pace proposto dalla Lega Araba, almeno sessanta persone sono state uccise dalle forze di sicurezza siriane, di cui 19
domenica scorsa, in occasione della festa islamica dell’Eid al
Adha. Il regime ha sì liberato sabato 553 prigionieri ma “decine
di migliaia rimangono in detenzione e decine di persone vengono
arrestate ogni giorno”, ha spiegato la portavoce dell’Alto
Commissariato, Ravina Shamdasani.
Inoltre, le forze di sicurezza siriane continuano ad utilizzare
carri armati ed artiglieria pesante per attaccare dei quartieri
residenziali; la Lega Araba da parte sua ha annunciato una nuova
riunione sulla Siria il 12 novembre, dato che il regime di Bashar al-Assad “non ha rispettato gli impegni ad applicare il piano di pace”, come si legge in un comunicato.
(fonte Afp)
Mgi
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