Immigrati; Fini:Insensato dire ‘voglio o no’ Italia multietnica


Algeri, 11 mag. (Apcom)
– “Non credo abbia molto senso dire ‘voglio una società multietnica oppure no’ perchè è una questione demografica. In Italia, come nel resto dei paesi europei, il numero degli stranieri è aumentato ed è destinato ad aumentare ancora per ragioni demografiche”. Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, incontrando i giornalisti ad Algeri al termine della mattina di incontri al Parlamento e al Palazzo del governo nel corso della sua visita ufficiale, invita a spostare il confronto sulle politiche di immigrazione rispetto alla multietnicità o meno della nostra società.

“Non so – dice fra l’altro Fini – se si può parlare di una società multietnica, ma è un fatto per me positivo, ad esempio, che nel nostro esercito ci siano ufficiali militari che vengono dal Sud America piuttosto che dal Sud Est asiatico e dai Paesi arabi. E sono pienamente integrati, così come hanno giurato fedeltà alla Costituzione. È una società multietnica? Io – risponde il presidente della Camera – non lo so. Ma certamente è una società molto diversa da quella fin qui conosciuta”.

Ed “è una sfida – dice ancora Fini – che non può essere affrontata soltanto con polemiche quotidiane”. Perchè “è una questione talmente complessa che inevitabilmente riguarderà il prossimo futuro della società italiana, a prescindere dalla collocazione di questa o quella forza politica”. E per Fini, allora, una politica lungimirante in tema di immigrazione deve basarsi certamente sulla garanzia di sicurezza e legalità, ma anche su una forte cooperazione internazionale perchè nessun migrante è felice di andarsene dalla sua terra”.

Inoltre, “nell’ambito di queste politiche – ha concluso Fini – occorre chiedersi cosa significhi davvero integrare coloro che stanno in un paese diverso da quello in cui si è nati”, consapevoli che “alcuni modelli di integrazione sono falliti, come quelli delle enclave e della assimilazione”. Ora, dunque, è il momento di “ragionare su cosa significa davvero integrare quegli stranieri di cui la società ha bisogno”, ricordando che non è un problema solo italiano ma di tutte le società europee”.

Tor/Cci

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