VARESE Mille profughi ogni milione di abitanti: ma a Varese non c’è posto. Almeno non in città, mentre per quanto riguarda i comuni in provincia le ipotesi sono parecchie. E la più accreditata sarebbe quella dell’area delle case delocalizzate di Lonate Pozzolo. Ipotesi della quale ministro dell’Interno Roberto Maroni, in città ieri per partecipare a un convegno all’Insubria, non ha voluto commentare.
Ha però messo i puntini sulle «i» e chiarito che il calcolo dei 50mila di profughi in arrivo, per ora è del tutto approssimativo. Per la Lombardia si tratterebbe di accoglierne 9mila in arrivo, circa 800 per la nostra provincia se il rapporto «mille profughi ogni milione di abitanti» fosse davvero rispettato. «Stiamo predisponendo il piano – ha chiarito Maroni – Poi lo sottoporremo alle regioni, come concordato martedì. Non parliamo dei clandestini che sono attualmente a Lampedusa, perché quello è affare del ministero dell’Interno, ma dei profughi che dovessero arrivare dalla Libia, vista la condizione. Noi abbiamo un forte timore che questo possa avvenire, nessuno è in grado di dire se, come e quando ma ci prepariamo nel caso che, al terremoto che si sta verificando in Libia, segua lo tsunami umano».
Ondata di profughi che la nostra città «non sarebbe in grado di accogliere – rimarca il sindaco Attilio Fontana – A Varese non ci sono strutture in grado di affrontare questa emergenza ad accezione di quella in via Pola, che ospita i rifugiati politici, ma è già al completo». La città di Varese, quindi, non sarà ricettiva. Ad ogni modo, come conferma la prefettura, se necessario «la provincia farà la sua parte». È già stata compiuta una ricognizione tra i probabili siti disponibili sul territorio,
e l’esito è stato sottoposto al vaglio del Ministero. Nulla, però, trapela nel merito. Una delle possibili aree individuate potrebbe essere quella del «campo della promessa». Tre palazzine in pessime condizioni che necessitano di una ristrutturazione, ma abbastanza grandi da accogliere un gran numero di profughi, e strategicamente vicine all’aeroporto di Malpensa. Insomma, in base a questo elenco che la prefettura ha fornito al ministero, Maroni deciderà il da farsi. «Non siate così negativi e catastrofici – ha sottolineato Maroni, cercando di tranquillizzare chi avanzava l’ipotesi di 800 profughi in arrivo (il doppio di quelli che dovrebbe accogliere l’intera regione Molise) – Abbiamo appena ottenuto la disponibilità delle regioni, adesso formulerò io, personalmente, un piano che tiene conto di varie correzioni al criterio della popolazione». Una prima eccezione è stata fatta per Puglia, Sicilia e Calabria, che già sostengono una forte pressione migratoria, e per l’Aquila in difficoltà per il terremoto. Altri territori, quindi, potrebbero rientrare in questo elenco speciale e ottenere degli sconti sul criterio di accoglienza di un immigrato ogni mille abitanti. Anche perché i profughi stimati potrebbero esse molti meno dei 50mila calcolati. Nella risoluzione viene sottolineata la richiesta di impegno all’Unione Europea a farsi carico assieme all’Italia e a tutti gli altri Paesi dei profughi, dei clandestini e l’impegno anche delle forze Nato e della flotta navale a procedere, a respingere gli eventuali flussi o a intervenire per evitare e impedire flussi di clandestini dalle coste. È quello che abbiamo chiesto e che è stato accolto».
Valentina Fumagalli
e.marletta
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