Bruxelles, 8 nov. (TMNews) – Al ‘monitoraggio’ da parte della Commissione europea sull’attuazione delle misure previste dalla ‘lettera d’intenti’ inviata dal primo ministro Silvio Berlusconi all’Ue il 26 ottobre, si aggiungerà non solo la ‘verifica trimestrale’ del Fondo monetario internazionale – decisa su richiesta italiana al G 20 di Cannes la settimana scorsa – ma anche una forma di ‘cooperazione alla sorveglianza’ da parte della Banca centrale europea: lo ha rivelato, ‘en passant’, il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker durante la conferenza stampa finale della riunione dei ministri dell’Eurozona, ieri sera a Bruxelles.
“Abbiamo salutato la decisione della Commissione europea di intensificare la sorveglianza sull’economia italiana in cooperazione con la Banca centrale europea”, ha detto Juncker, a sorpresa, aggiungendo poi: “Abbiamo accolto con favore anche la decisione dell’Italia di invitare il Fondo monetario internazionale a verificare su base trimestrale l’attuazione delle misure” su cui si è impegnato il governo.
Fra le tre istituzioni, ha spiegato ad alcuni cronisti uno dei ministri finanziari presenti alla riunione, vi sarà “un coordinamento” che renda le loro attività complementari ed eviti di ripetere in tripla copia le stesse analisi e valutazioni.
Insomma, anche se le condizioni sono molto diverse (perché Roma non ha mai chiesto un prestito al Fondo salva Stati, e non ne deve subire le condizioni) il meccanismo di monitoraggio dell’Italia comincia a somigliare a una sorta di ‘Trojka soft’, con riferimento alle missioni degli esperti dell’Fmi, della Bce e della Commissione (la ‘Trojka’, appunto) che hanno negoziato i programmi di austerità e ne verificano l’attuazione in Grecia, Portogallo e Irlanda.
Forse proprio per rimarcare le differenze, piuttosto che le inquietanti analogie, Juncker ha poi precisato che, al contrario di quanto è accaduto nei casi di Grecia, Irlanda e Portogallo, i tre paesi sottoposti ai programmi del Fondo salva Stati (Efsf), dall’Eurogruppo non vi è alcun appello all’unità politica nazionale in Italia. “Non abbiamo chiesto l’unità politica nazionale in Italia (al fine di assicurare l’attuazione delle misure concordate con l’Ue, ndr) perché il Paese non è sotto programma: ciò che ci aspettiamo è che siano attuate le misure su cui il premier Berlusconi si è impegnato con la sua lettera, con il monitoraggio della Commissione europea e dell’Fmi”, ha detto il presidente dell’Eurogruppo, rispondendo alle domande dei cronisti.
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