Lavoro/ Articolo 18: dal Pd ai ministri, spiazzati da Fornero

Roma, 20 dic. (TMNews) – Le parole del ministro del Lavoro e del Welfare Elsa Fornero sull’articolo 18 e la possibilità di riforma sembrano aver colto di sorpresa un po’ tutti. Oltre alla levata di scudi dei sindacati, c’è la sorpresa di Pier Luigi Bersani. Ma anche in seno al governo le perplessità montano.

La settimana scorsa il segretario del Pd aveva avuto modo di parlare a quattr’occhi con il ministro Fornero, a margine di una iniziativa, e le aveva spiegato chiaramente che dopo la ‘botta’ sulle pensioni bisognava assolutamente essere cauti sul mercato del lavoro, avviando confronto innanzitutto con le parti sociali e partendo dal tema degli ammortizzatori sociali. Passando a Montecitorio, il segretario Pd ha cercato non a caso di smorzare i toni, senza però evitare di far trasparire il suo pensiero sull’uscita del ministro: “Non c’è ancora nulla, inutile adesso mettersi a discutere su cose che non sono ancora emerse. Abbiamo avuto già settimane molto complicate, sono state fatte scelte difficili che il paese deve valutare, digerire… Scelte un po’ pesanti. Credo che possiamo farci il Natale con un po di serenità e poi ricominciare a lavorare”.

I sindacati da parte loro sono di nuovo sulle barricate. Tanto che il ministro Fornero s’è detta “dispiaciuta e sorpresa” per le reazione alle sue parole sulla possibilità di modificare l’articolo sul licenziamento senza giusta causa. “Un linguaggio – ha affermato Elsa Fornero – che pensavo appartenesse a un passato del quale non possiamo certo andare orgogliosi, soprattutto per la personalizzazione dell’attacco che non fa merito a chi lo ha condotto”.

L’articolo 18 “non è un totem, ma una norma di civiltà”, ha detto però il leader della Cgil, Susanna Camusso. “La signora Fornero che fa la maestrina dovrebbe sapere che senza maggior salario non si possono avere più contributi”, ha affermato invece il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, durante il presidio dei sindacati contro la manovra.

Ma le perplessità sono anche in seno al governo dove non tutti hanno apprezzato la sortita di Elsa Fornero. Al di là della questione di merito, quello che preoccupa è proprio l’inasprimento del fronte col sindacato e le fibrillazioni che l’intervista del ministro del Welfare ha provocato nel Pd. Spiega un ministro: “Non stiamo più parlando nelle aule universitarie, dobbiamo valutare gli effetti politici di quello che diciamo”.

Detto questo, le fibrillazioni nei partiti vengono accolte senza particolare preoccupazione a palazzo Chigi: “Siamo senza alternative”, è la convinzione nell’Esecutivo. Concetto che nell’ultima settimana lo stesso Monti ha espresso con durezza sempre maggiore, fino alla sferzata in commissione Bilancio quando ha ricordato tutti che “se siamo qui è perchè la politica era paralizzata”. E poi, ragiona un esponente di governo, “il vantaggio di essere tutti ministri tecnici è che il ballon d’essai di un ministro può facilmente essere smentito dal premier senza che questo comporti problemi con la maggioranza, come succede nei governi politici se viene sconfessato un membro di governo espressione di un determinato partito”.

rccq

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