Napoli, 27 set. (TMNews) – Per i giudici del Riesame di Napoli,
Silvio Berlusconi sapeva che le ragazze presentategli
dall’imprenditore barese Giampaolo Tarantini erano “escort”. E’
questo uno dei punti al centro del cambiamento di rotta
dell’inchiesta sul caso Tarantini-Lavitola e della diversa
qualificazione dell’ipotesi di reato, da estorsione a induzione a
rendere dichiarazioni mendaci.
Nell’ordinanza del Riesame si fa riferimento agli atti trasmessi
da Bari e depositati in udienza dai pm prima della camera di
consiglio. Si tratta di verbali di interrogatori, e in
particolare di un’informativa depositata alla Procura di Bari il
23 giugno scorso. Includono una conversazione intercettata tra
Tarantini e Patrizia D’Addario, da cui emerge che, diversamente
da quanto le aveva anticipato “Giampi” in una precedente
telefonata, la donna, pur avendo trascorso la notte in compagnia
del premier – ricostruiscono gli inquirenti – non aveva ricevuto
alcuna ‘busta’ ma soltanto la promessa di un suo ‘interessamento’
affinché fosse ‘sbloccata’ la situazione amministrativa di un
cantiere dove la stessa stava realizzando delle opere edilizie.
Nell’apprendere che la D’Addario non aveva ricevuto alcun
compenso in denaro (“Niente busta però”, precisa lei al telefono,
“poi mi ha fatto una promessa che, vabbè te lo posso dire, tu sei
la guardia di tutto, mi ha detto che mi mandava gente sul
cantiere, l’ha detto lui quindi ci devo credere?”). Tarantini si
mostra stupito (“Veramente?…Mi dispiace che non hai preso
niente, però guarda che è la prima volta che succede, io avrò
portato cento donne! Però non ha mai detto a nessuno ‘ti do una
mano’, mai… cioè le fa lavorare in televisione ma mai, mai!”).
E la conversazione prosegue con riferimenti ai presunti pagamenti
fatti alle ragazze. “A tutte ha lasciato la busta”, afferma lei.
“A tutte!” conferma lui. “Cinquemila euro?” “A chi cinque, a chi
dieci, a chi tre, a chi quindici, a chi venti, a chi gli ha
regalato la macchina…”.
xjn
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