San Paolo, 29 set. (TMNews) – La giustizia brasiliana ha ordinato lo stop ai lavori di costruzione della gigantesca diga idroelettrica di Belo Monte, nel cuore della foresta amazzonica: una decisione che rappresenta una grande vittoria per le popolazioni indigene e i movimenti ecologisti, ma un duro colpo per le politiche energetiche del governo di Brasilia.
La corte federale dello Stato di Para (nord) ha vietato al consorzio Norte Energia di alterare il corso del fiume Xingu “con la costruzione di un porto, esplosioni controllate, innalzamento di dighe, incroci di canali e qualsiasi altro lavoro che modifichi il suo corso naturale” o possa “comportare rischi per la fauna ittica”.
La diga, considerata dalle autorità come un elemento fondamentale per lo sviluppo energetico del Paese, dovrebbe fornire una potenza di 11.200 megawatt, circa l’11% del totale in Brasile. Dopo le dighe delle Tre Gole in Cina, e di Itaipu, alla frontiera tra Brasile e Paraguay, quella di Belo Monte sarebbe la più grande diga del mondo. L’investimento previsto era di 11 miliardi di dollari. L’Istituto brasiliano dell’Ambiente ne aveva autorizzato la costruzione nel gennaio scorso.
(fonte afp)
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