Basta velocità a Ponte Tresa Arrivano otto autovelox

LAVENA PONTE TRESA Otto colonne porta autovelox in poco più di tre chilometri di strada. Posizionate ai lati delle vie Marconi, dove sono quattro le installazioni, Ungheria, con una colonna singola, e via Luino dove trovano spazio ai lati della carreggiata altre tre postazioni.
È scattato il primo atto dell’operazione sicurezza e tolleranza zero nei confronti della velocità nel centro abitato di Lavena Ponte Tresa. Una vera e propria guerra, al via da domani, dichiarata al piede pesante sull’acceleratore.

Portata avanti con una soluzione che di fatto consente un monitoraggio costante del tratto di provinciale 61 che taglia il cuore della cittadina rivierasca, senza ricorrere agli autovelox fissi.
«Questa possibilità – chiarisce il sindaco Pietro Roncoroni – ci è preclusa dalla casistica degli incidenti. Inferiori per numero e mortalità a quelli necessari per avere una postazione fissa. Così insieme all’assessore alla Sicurezza, Pietro Muraca, e al comando della polizia locale guidato da Stefano Ceratonio, abbiamo pensato a questa soluzione flessibile». Di fisso, in questa prima fase sperimentale della durata di 2 mesi, ci saranno solo le otte colonnine “porta autovelox”.
L’apparecchiatura per rilevare e multare, infatti, sarà posizionata a rotazione. Al massimo in due colonnine per volta, sempre sotto il controllo diretto dalla polizia locale, e secondo tempistiche variabili. «L’automobilista – chiarisce però Muraca – non saprà mai dove e se gli apparecchi per il controllo della velocità e le multe sono attivi. E di fatto rallenterà lungo il percorso che potrebbe essere monitorato».
Perché la volontà dell’amministrazione è quella di ridurre i pericoli, «come da tempo ci chiedono i residenti», lungo un tratto dove il rilevato di velocità posizionato da tempo ha fatto segnare picchi inaccettabili per un centro abitato: «Anche superiori ai 150 chilometri orari». Da qui il giro di vite. Con le colonnine arancioni, posizionate ai lati della carreggiata e in grado di ospitare i radar per monitorare i due sensi di marcia. «La nostra volontà – chiariscono però sindaco, assessore e comandante della polizia locale – non è quella di fare cassa. Altrimenti avremmo piazzato un radar a campione senza renderlo così visibile. Puntiamo, invece, sulla dissuasione. Credendo che la presenza delle colonnine, tutte potenzialmente attive e quindi segnalate e visibili, servirà a far rallentare le auto in transito».

b.melazzini

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