LAVENA PONTE TRESA «Il governo deve imporre alla Svizzera il rispetto dell’accordo». È stato l’ex ministro dell’Interno, Roberto Maroni, a raccogliere il grido d’allarme dei sindaci di frontiera, cui si sono uniti il primo cittadino di Varese, Attilio Fontana, e il presidente della Provincia, Dario Galli. Riuniti ieri sera a Lavena Ponte Tresa per sfogare la rabbia contro il blocco del 50% dei ristorni del 2010 e la minaccia di riduzione che incombe sul futuro.
Un ultimatum alla Svizzera, quello dell’ex ministro dell’Interno, che arriva al culmine della polemica sul tema ristorni dei frontalieri. «Su questo tema – ha sottolineato Maroni – c’è stato l’interesse di tutte le forze politiche. Ma la gestione è complicata. Esiste la volontà di far mantenere gli impegni presi e l’iniziativa deve essere presa dal Governo italiano». Ma la svolta non sarà facile da raggiungere. «Monti deve fare subito una cosa – ha proseguito -: rimuovere subito la Svizzera dalla black list. E ci sono le condizioni per farlo».
Il blocco dei ristorni e la richiesta di ridurre l’entità per il futuro, portandola al 12,5%, ovvero meno di un terzo dell’attuale 38,8% hanno il doppio sapore del ricatto e della beffa per i sindaci. Un tesoretto che rischia di scomparire, almeno parzialmente, e che servirebbe come l’ossigeno ai Comuni di confine, tanto più in un periodo di difficoltà economica come quella che stiamo vivendo.
b.melazzini
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