Lamezia Terme, 9 ott. (TMNews) – La dipinge come un terra “sismica”, non solo dal punto di vista “geologico”. Sismica perché scossa, funestata da una “criminalità efferata” che “ferisce il tessuto sociale”. Giunto in Calabria in visita pastorale, sotto nubi grigie che minacciano ma che alla fine si mostrano clementi con i quarantamila fedeli accorsi per la messa nell’area industriale di Lamezia Terme, Papa Benedetto XVI non lascia cadere nel vuoto l’allarmato intervento delle autorità locali, il grido del sindaco di Lamezia che pronuncia parole inequivoche, “basta mafia”, in una terra lacerata dalla ‘ndrangheta.
‘Ndrangheta è parola che Benedetto XVI non pronuncia dal palco di oltre quaranta metri allestito per l’occasione. Lontano dagli accenti forti scelti da Giovanni Paolo II in occasioni di significative visite in territori ad alta densità criminale, il Papa non sceglie il “convertitevi” che fu del suo predecessore, ma ricorda la piaga che affligge la Calabria più di ogni altra Regione: “So che anche a Lamezia Terme, come in tutta la Calabria, non mancano difficoltà, problemi e preoccupazioni. Se osserviamo questa bella regione – rileva – riconosciamo in essa una terra sismica non solo dal punto di vista geologico, ma anche strutturale, comportamentale e sociale”. Sismica strutturalmente, sottolinea il Pontefice, a partire da “problemi che si presentano in forme acute e destabilizzanti”. L’elenco comprende una “disoccupazione preoccupante” e “una criminalità spesso efferata” che “ferisce il tessuto sociale”.
Il Pontefice indica nella “continua sensazione di essere in emergenza” il macigno, ma chiede ai calabresi di “preparare un futuro migliore” facendo leva sulla “straordinaria capacità di adattamento al disagio”. L’importante, è l’invito, è non cedere “mai alla tentazione del pessimismo e del ripiegamento su voi stessi”. Parole in sintonia con il grido d’allarme del sindaco Gianni Speranza, che aveva dato il benvenuto al Pontefice nella “terra di sofferenza” che deve sforzarsi di non ridursi a “terra amara” dicendo finalmente e inequivocabilmente “basta alla mafia”.
L’occasione della visita pastorale, che porterà questo pomeriggio Benedetto XVI a Serra San Bruno in visita alla millenaria Certosa, serve anche a lanciare un messaggio ai cattolici impegnati in politica. L’auspicio è quello del rinnovamento, la stella polare la ricerca del bene comune:. Scaturisca “una nuova generazione di uomini e donne capaci di promuovere non tanto interessi di parte, ma il bene comune”, scandisce il Papa.
In quarantamila partecipano alla messa. Sul numero dei presenti influisce il maltempo delle ultime ore, che dà tregua solo a ridosso dell’arrivo del Pontefice. A loro il Papa ricorda il rischio che il “materialismo” spinga gli uomini a rifiutare “l’invito di Dio perché hanno altro da fare”. L’esortazione è a “indossare e custodire l’abito nuziale, la carità, vivere un profondo amore a Dio e al prossimo”. Prima di raggiungere nel pomeriggio Serra San Bruno Benedetto XVI farà sosta nel Palazzo vescovile di Lamezia. Poi in elicottero raggiungerà il piccolo centro nel vibonese, per far infine rientro a sera nella Capitale.
Tom
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