Bruxelles, 24 giu. (TMNews) – Non c’è stata ieri, durante la prima giornata del Consiglio europeo di Bruxelles, la nomina formale del governatore di Bankitalia Mario Draghi alla guida della Bce, che era data per scontata come una delle poche decisioni ufficiali attese dal vertice. Secondo il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, della nomina di Draghi si parlerà oggi. Una versione confermata anche dal premier italiano, Silvio Berlusconi: ai cronisti che l’attendevano alla fine del vertice, ieri sera, e che gli hanno chiesto che cosa fosse successo, si è limitato a rispondere: “Ne parliamo domani”, per poi negare di aver affrontato la vicenda Draghi con il presidente francese Sarkozy (“non ne abbiamo parlato”, ha detto).
Questa mattina, alla ripresa dei lavori a Bruxelles, secondo fonti francei sembra prender quota una soluzione di compromesso possibile: il vertice Ue nominerà Draghi nuovo presidente Bce ma il Presidente del Consiglio Von Rompuy non invierà la lettera di comunicazione ufficiale alla Bce fino a quando non sarà risolto il caso Bini Smaghi, con la sua uscita dal board della Banca centrale europea.
Il rinvio dell’attesa acclamazione di Draghi – dopo il solido parere favorevole espresso, sempre ieri, dal Parlamento europeo con 499 voti contro 72 e 89 astensioni – è slittata a causa dell’irritazione del presidente francese Sarkozy. Un segnale, da parte di Parigi, del disappunto per il fatto che Berlusconi non sia ancora riuscito a convincere Lorenzo Bini Smaghi a dimettersi da membro del comitato direttivo della Bce, per lasciare entrare un francese al suo posto
Per l’Eliseo, in realtà, non esiste un problema Draghi né un problema Bini Smaghi: la questione riguarda solo Berlusconi, visto che il premier italiano si era impegnato personalmente con Sarkozy per trovare una soluzione. Per il capo del governo la strada è molto stretta: non può imporre nulla a Bini Smaghi, che invoca lo statuto di assoluta indipendenza della Banca centrale e che ha un mandato con scadenza al 2013. Allo stesso tempo, Berlusconi è probabilmente la sola pesona a poter fare a Bini Smaghi un’offera che non si può rifiutare: la nomina alla successione di Draghi in Bankitalia. Facile a dirsi, un po più difficile da realizzare, viste le due fortissime candidature di Vittorio Grilli e di Fabrizio Saccomandi, sponsorizzate rispettivamente dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, e dalle gerarchie di Bankitalia (Draghi compreso).
A Bini Smaghi si potrebbe promettere un altro posto di altissimo profilo, ancorché inferiore per prestigio internazionale, per esempio alla guida di qualche authority di regolazione. Ma insomma, è un rompicapo tutto italiano, di cui a Sarkozy non interessa nulla, e che deve risolvere il premier italiano. Secondo alcune fonti francesi, oggi si potrebbe adirittura arrivare a un’approvazione ‘politica’ per Draghi (che Parigi non metterebbe in dicussione), mentre l’adozione ufficiale dell’atto di nomina avverrebbe attraverso una ‘procedura scritta’ che potrebbe richiedere ancora diversi giorni. Un modo, per il governo francese, di mantenere la pressione alta sul capo del governo italiano.
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