Ascoli Piceno, 24 giu. (TMNews) – Attesa per l’interrogatorio in Procura oggi ad Ascoli Piceno di Salvatore Parolisi. Il caporal maggiore dell’esercito è indagato per l’omicidio della moglie Melania Rea, la 29enne di Somma Vesuviana scomparsa il 18 aprile e trovata morta, massacrata con 32 coltellate, il 20 aprile nella pineta di Ripe di Civitella. È il primo interrogatorio che Parolisi sosterrà di fronte ai pm in veste di indagato: alle 16.30 il 30enne istruttore delle soldatesse del 235esimo reggimento di Ascoli Piceno, accompagnato dai suoi avvocati Walter Biscotti e Nicodemo Gentile, si siederà davanti ai pm Umberto Monti ed Ettore Picardi, che condurranno
l’interrogatorio.
“Gli verranno contestati in veste di indagato quegli elementi di prova che riteniamo di aver raggiunto”, spiegano gli inquirenti.
“Le indagini – sottolineano – sono ancora in corso”. Salvatore Parolisi ha accumulato diverse contraddizioni, anche con le sue dichiarazioni pubbliche, delle quali gli verrà chiesto conto. Il colpo di scena ci sarà? La consegna del silenzio, alla vigilia dell’interrogatorio, accomuna inquirenti, investigatori e i difensori di Parolisi, in un caso che, nonostante la svolta dell’informazione di garanzia,
sembra sempre tendere ad avvitarsi su se stesso, complicato anche dalla questione del giudice naturale competente. Se l’autopsia, il cui deposito ufficiale è previsto per l’inizio della prossima settimana, stabilirà infatti che il luogo del delitto è Ripe di Civitella, cosa di cui gli investigatori sembrano certi, la competenza sull’omicidio deve passare a Teramo. Di fronte ai pm Salvatore Parolisi ha comunque tre strade: avvalersi della facoltà di non rispondere, nonostante la pressione mediatica e le speranze della famiglia Rea; rispondere ed eventualmente fornire nuovi elementi che potranno essere anche oggetto di indagine; o infine confessare un delitto di cui si è sempre dichiarato innocente.
Ieri Parolisi e i suoi avvocati Biscotti e Gentile si sono
incontrati per stabilire la strategia difensiva in vista
dell’interrogatorio di domani: “Decideremo lì per lì, al
momento, se il nostro assistito si avvarrà o meno della facoltà
di non rispondere”, si sono limitati a dire i difensori.
In ogni caso, a meno di una sorprendente confessione, difficilmente potrà scattare un provvedimento di fermo che sarebbe motivato solo in caso di pericolo di fuga, difficilmente sostenibile, senza nuovi clamorosi elementi, a due mesi dall’omicidio. Quindi qualsiasi cosa Parolisi decida di fare, restare in silenzio o rispondere alle domande, i pm dovranno eventualmente limitarsi a chiedere un’ordinanza di custodia cautelare e trasmettere gli atti al gip, al quale spetterà la decisione al netto della questione della competenza territoriale dei magistrati di Teramo, mentre Parolisi continua a restare “tranquillissimo” e a mantenere una “calma olimpica”, perché “non ha nulla da temere”, sottolineano i suoi avvocati. In mezzo a questo complicato scenario, resta la speranza dei familiari di Melania Rea che “tutto si risolva e si arrivi alla verità, per Melania e per sua figlia Vittoria”.
Gtu/RalAqu
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