Biandronno, ladri all’Husqvarna Rubano dieci moto… e il camion

BIANDRONNO Ladri motociclisti all’assalto della Husqvarna di Biandronno. Nella notte tra giovedì e venerdì una banda di professionisti ha rubato una decina di moto da trial confezionando un colpo da svariate migliaia di euro. La refurtiva complessiva del maxifurto potrebbe ammontare anche a una cifra complessiva compresa tra i 30 e i 40mila euro. La stima del bottino deve essere ancora quantificata con precisione: l’azienda sta ancora ultimando l’inventario.

Nel giro di pochi minuti i ladri hanno fatto scomparire una decina di motociclette senza che nessuno si accorgesse di nulla. Era già accaduto un paio di anni fa, nel luglio del 2010, quando alcuni ladri rubarono una decina di prototipi. In quel caso il danno fu probabilmente ancora più consistente. Una consolazione davvero magrissima per chi ogni giorno lavora per assemblare mezzi sempre più di qualità.

La dinamica del furto è ancora tutta da chiarire, ma stando ai primi accertamenti tecnici effettuati dagli investigatori sembra che i ladri siano entrati dalla rete di protezione metallica. Dopo averla tagliata in un punto un po’ riparato i professionisti del furto si sono diretti velocemente verso le moto parcheggiate sul piazzale. Non si capisce se il furto sia avvenuto su commissione, sulla base di un piano organizzato e preparato da tempo nei dettagli, o se – ipotesi più probabile – si sia trattato di un’azione estemporanea, ideata alla vista delle moto parcheggiate.

Gli intrusi, dopo aver puntato le moto, si sono dati da fare spostandole dal piazzale e caricandole a bordo di un camion di proprietà dell’azienda stessa. Molto probabilmente le moto si trovavano nel piazzale in attesa di essere poi trasferite nel giro di pochissime ore dall’assemblaggio all’immatricolazione. In pochi minuti, con il prezioso carico a bordo, il camion ha abbandonato lo stabilimento di Cassinetta imboccando la provinciale. Solo intorno alle 6 di ieri mattina i primi operai si sono accorti che qualcuno aveva tagliato la rete metallica. Sull’episodio stanno indagando i carabinieri.

È possibile che le moto, non smerciabili in Italia, siano già finite (smontate) oltre confine, dirette verso qualche Paese estraneo all’Ue, dov’è più facile piazzarle abusivamente.

Pino Vaccaro

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