Sesto, gli agricoltori restano senza terra «I nostri boschi per la futura centrale?»

SESTO CALENDE Sono 17 le aziende agricole sestesi senza lavoro. L’ospedale Maggiore di Milano, il più grande proprietario terriero della zona, non ha rinnovato il contratto di affitto dei fondi alla cooperativa Il Sole, che raggruppa le imprese agricole del territorio.

Dietro questo grave problema per l’economia locale potrebbe celarsi l’ipotesi della realizzazione di una centrale a biomassa, che dovrà essere alimentata con cippato di legna. A denunciare la situazione drammatica per gli operatori del settore è Gianfranco Mattiello, presidente dei coltivatori diretti ed ex assessore all’Ambiente di Sesto Calende.

«Il nostro contratto d’affitto – spiega – è scaduto nel 2011 e non è stato rinnovato, nonostante la cooperativa goda di un diritto di prelazione. L’accordo era della durata di nove anni: un periodo più breve rispetto ai 15 previsti dalla legge. Ora non sappiamo che fare. Per Coldiretti e per l’Unione agricoltori, se non abbiamo un contratto non siamo più neppure imprenditori agricoli».

Una situazione mai presentatasi prima d’ora: «Ogni anno in marzo provvediamo alla concimazione dei terreni, a ordinare le sementi, a tagliare l’erba e seminare il mais. Ora tutto è fermo. Noi agricoltori sestesi abbiamo sempre pagato all’ospedale Maggiore un affitto maggiorato del 50% rispetto a quanto pagato dalle aziende agricole limitrofe ad altri privati. Ciononostante abbiamo sempre accettato le condizioni».

Per Mattiello uno dei motivi del mancato rinnovo degli accordi potrebbe essere legato alla volontà di realizzare un impianto a biomassa in via Lombardia. «Credo che il problema sia legato in parte alla centrale: naturalmente è una mia ipotesi. L’impianto dovrebbe essere alimentato con la legna fornita dai boschi del territorio. Durante l’incontro pubblico con i cittadini sestesi Ely Spa, società che ha progettato la centrale, ha assicurato che saranno gli agricoltori locali a vendere il legname. Ma nella precedente commissione territorio erano state dette cose diverse. Noi siamo contrari a una società per azioni che gestisca i boschi».

Ciò che preoccupa gli agricoltori sono i valori elevati dei tagli previsti per foraggiare la centrale: «Se il legname sestese non bastasse – si chiede Mattiello – andranno a comprarlo all’estero? La centrale dovrebbe limitarsi alla trasformazione della legna in energia, la gestione dei boschi deve essere affidata a un Piano forestale». Il presidente dei coltivatori sestesi chiede l’intervento delle organizzazioni sindacali e del Parco del Ticino, e soprattutto un incontro urgente con il sindaco.

Marco Colombo, sindaco e assessore al Commercio, replica subito: «Sarò il loro centravanti per trovare con l’ospedale Maggiore un accordo».

Paola Trinca Tornidor

s.affolti

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