Partite di calcio senza l’arbitro Il test tra i pulcini funziona

VARESE Giocare una partita di calcio senza l’arbitro? A prima vista sembrerebbe impossibile. Eppure c’è chi lo fa senza problemi: sono i giovanissimi calciatori della categoria pulcini (bambini dagli otto ai dieci anni), che da quest’anno, per decisione della Federazione, giocano facendo a meno del direttore di gara. L’auto-arbitraggio, sperimentato l’anno scorso, è diventato da questa stagione una regola. Con risultati davvero sorprendenti.

«Ha fatto benissimo la Federazione a prendere questa decisione, che è istruttiva soprattutto per i genitori – dice Marco Caccianiga, responsabile della scuola calcio del Varese – Sì perché, è paradossale, ma sono proprio i genitori quelli che hanno più bisogno di essere educati. I bambini, comunque vada, si divertono e vivono il calcio per quello che è: un gioco. Sono i genitori che esasperano il clima, già a questi livelli, urlando e contestando, neanche fossimo in serie A». I piccoli calciatori stanno dando prova di un’insospettabile capacità nel gestire senza discussioni anche le situazioni di gioco più dubbie : «Se la cavano egregiamente – sottolinea Caccianiga – E quasi sempre, quando un bambino commette un fallo chiede subito scusa all’avversario».

L’iniziativa del settore giovanile e scolastico della Figc, presieduto da Gianni Rivera, trova il convinto apprezzamento anche di Davide Perego, allenatore dei pulcini della Varese Giovanile: «Io sono favorevolissimo, e anche i bambini sono contenti – spiega il tecnico – L’auto-arbitraggio serve a frenare i comportamenti sbagliati degli adulti, parlo di genitori e dirigenti, che troppo spesso non fanno altro che lamentarsi e contestare, condizionando negativamente i bambini».

«La nuova regola nasce da un’intenzione lodevole: si fa capire ai ragazzi che il gioco è finalizzato al divertimento – osserva Fausto Origlio, presidente provinciale del Coni – A quell’età il gusto di giocare deve prevalere su tutto il resto. Io eliminerei anche le classifiche: i bambini devono giocare per divertirsi». Un concetto che, come abbiamo visto, dovrebbe essere recepito dagli adulti prima ancora che dai bambini: «Purtroppo viviamo in una società in cui la maleducazione è

diffusa, e questo si ripercuote anche nello sport – spiega Origlio – Si esaspera l’idea di primato, la vittoria ad ogni costo, a scapito della gioia di giocare. L’iniziativa è lodevole anche perché serve a restituire al calcio dei “pulcini” la sua giusta dimensione di divertimento». Enrico Traietta, responsabile del settore giovanile dell’l’U.S. Oratorio San Filippo di Busto Arsizio concorda: «L’auto-arbitraggio è un’innovazione molto positiva. I bambini imparano a gestirsi e sviluppano il senso del fair play».

Francesco Inguscio

e.marletta

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