CASTELLANZA «Il progresso? Immaginare un futuro in cui i nostri figli stiano meglio di come stiamo noi oggi». Luca De Biase, economista, giornalista del Sole 24 Ore e grande esperto di nuove tecnologie, ha illustrato martedì sera alla Liuc di Castellanza il suo modello di crescita economica. Un cambio di paradigma, una vera e propria rivoluzione, per passare dalla logica della crescita infinita del Pil, il prodotto interno lordo, ad una economia della felicità.
De Biase ha ripreso alcuni spunti emersi dal vissuto degli iscritti al nuovo Master di Management della Piccola e Media impresa: «Io
ho cominciato comprando due macchinari. Questo è il modo migliore per raccontare l’industria. Un tempo le persone erano meno importanti delle macchine». E ancora: «Io e mio padre vendiamo via internet tutto quello che riguarda pannelli solari. Qui, ad essere centrali sono le persone: io e mio padre».
De Biase, fondatore dell’inserto Nova 24 del Sole 24 Ore, parla di una nuova epoca, di un passaggio storico: «Non si tratta della crisi del tessile, ma di un cambiamento globale. Come affrontiamo la sfida che abbiamo davanti?». La competizione, quindi, si sposta sempre più sulle idee e sui territori, il valore si concentra sulle dimensioni immateriali: «L’investimento fondamentale, oggi, è nella cultura e nell’accesso alle idee giuste». Ecco allora che l’idea astratta di crescita del Pil smette di avere senso e la scelta vincente è quella di aggiungere valore immateriale alle cose. «Aumentare il numero di ciò che si produce non è sostenibile. Crescere aggiungendo valore a quello che facciamo, invece, lo è», ha chiosato. L’idea di progresso resta in piedi, ma cambia profondamente la sua portata. L’obiettivo non è più la crescita fine a sé stessa, ma il miglioramento della qualità della vita, l’essere felici, misurato tramite tre fattori. «La qualità dell’ambiente in cui vivo, le relazioni con gli altri e il senso che io do a quello che succede a me e alla mia comunità».
Il discorso di De Biase può apparire eretico, rivoluzionario. Forse è solo innovativo. E’ una strada che potrebbe conciliare lo sviluppo economico con le istanze dell’etica e dell’ecologia. Di Biase lancia così una nuova sfida al mondo della piccola e media impresa, varesina e italiana: «Perché innovare la propria azienda? Per creare un futuro che abbia senso. Voi, imprenditori, costruite un mondo in cui valga la pena vivere. Noi, giornalisti, lo racconteremo nel modo più entusiasta possibile».
Tiziano Scolari
m.lualdi
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