Bruxelles, 30 giu. (TMNews) – La Commissione europea ha varato ieri, in tarda serata, la sua proposta per le nuove ‘prospettive finanziarie’ (il quadro multiannuale di bilancio dell’Ue) per il periodo 2014-2020. In totale, per i sette anni, si prevede un bilancio di 1.025 miliardi di euro in impegni e di 972,2 miliardi di euro in pagamenti, pari rispettivamente all’1,05% e all’1% del Pil complessivo dei Ventisette. Si tratta di un bilancio “costante in termini reali”, ossia ‘congelato’ ai livelli del 2013, in risposta alla richiesta che avevano avanzato 10 paesi ‘contribuenti netti’ (fra cui Gran Bretagna, Francia e Germania, ma non l’Italia).
Presentata in una conferenza stampa notturna dal presidente dell’Esecutivo comunitario, José Manuel Barroso, e dal commissario al Bilancio, Janusz Lewandowski, le proposta, definita “ambiziosa ma realistica”, è costruita lungo tre assi: una maggiore autonomia nel finanziamento dell’Ue rispetto agli Stati membri, con un sensibile potenziamento delle cosiddette ‘risorse proprie’ (attraverso una nuova tassa europea sulle transazioni finanziarie e una revisione del contributo basato sull’Iva); una maggiore certezza finanziaria, con la dislocazione fuori bilancio di una riserva di 58,3
miliardi di euro per alcune voci di spesa sottoposte a evoluzioni imprevedibili (come i soccorsi d’emergenza per le catastrofi naturali o i finanziamenti per il progetto Iter sulla fusione nucleare); maggiore trasparenza, con la fine degli arcani e complicatissimi sistemi di compensazione, sconti e compensazione degli sconti applicati ai contributi di molti Stati membri (sistemi che sono proliferati come funghi a partire dal famigerato ‘rebate’ britannico concesso a Margaret Thatcher negli anni ’80). Resterà un solo tipo di compensazione forfettaria, per i paesi ‘contributori netti’ che rischiano di pagare una quota sproporzionatamente più alta degli altri (“Gran Bretagna, Svezia, Olanda e Germania”, ha charito Lewandowski).
Fra le innovazioni più importanti, sul fronte degli investimenti, la Commissione prevede di creare un nuovo fondo da 40 miliardi di euro, chiamato ‘Connection Europe Facility’, per la costruzione di infrastrutture nei settori dell’energia, dei trasporti e delle comunicazioni elettroniche (banda larga). In questo campo sarà possibile usare anche 10 miliardi di euro dai Fondi di coesione e i ‘project bond’ della Bancha europea per gli investimenti (Bei).
Fra le altre voci di spesa, per la politica di coesione (fondi strutturali e regionali) saranno stanziati 376 miliardi; 15,2 miliardi andranno ai programmi di educazione, formazione e mobilità dei giovani; 80 miliardi sono previsti per i programmi di ricerca e innovazione. Gli stanziamenti per la Politica agricola comune (Pac) sono stati ‘congelati’ al livello dei sette anni precedenti, con 371,72 miliardi di euro, di cui il 30% sarà condizionato ad attività ecocompatibili o alla realizzazione di progetti di tutela dell’ambiente e del paesaggio rurale.
Nelle politiche per gli Affari interni e di giustizia, 4,1 miliardi di euro andranno alla lotta al crimine e al terrorismo, e 3,4 miliardi di euro saranno destinati alle politiche sulle migrazioni e l’asilo. Nelle relazioni esterne, il bilancio è stato aumentato a 70,2 mliardi di euro, con 16 miliardi per le politiche di vicinato (compreso il nuovo parteneriato con le democrazie nascenti a seguito della ‘Primavera araba’) e 20,6 miliardi per lo sviluppo e la cooperazione con i paesi più poveri. La spesa per l’apparato amministrativo del’Ue, infine, sarà congelata al livello attuale, pari al 5,7% del totale del bilancio. (Segue)
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