Lonate Pozzolo – «Perché non andavo ogni volta al pronto soccorso? Non penso sia il caso di andare in ospedale per un braccio strattonato o per uno schiaffo. E poi, se mi ha dato uno schiaffo vorrà dire che me lo sono meritato».
Pugni in testa e violenti litigate. A riceverli, dal marito, è una giovane donna residente in un comune del Gallaratese, sposata dal 2004 e madre di due figli. L’otto marzo del 2010, proprio nel giorno della donna, la moglie torna a casa dopo una cena passata con alcune amiche. Suo marito è ubriaco, e l’accoglie picchiandola in testa. Fortunatamente cognata e nuora sono presenti e riescono a trattenerlo, impedendo che la situazione diventi ancor più pesante.
Quella volta arrivarono i carabinieri e la donna ci andò, al pronto soccorso. 10 giorni di prognosi e un paio di giorni passati fuori casa, portandosi dietro i figli. Ieri questi fatti sono stati ricostruiti nelle aule del tribunale di Gallarate. A raccontarli, incalzata dal pubblico ministero, è proprio la donna che ha subito le minacce e che dopo quella notte si decise a sporgere denuncia contro il marito. La sua deposizione, però, è di tutt’altro tenore. «Sì, c’era qualche problema in famiglia. C’erano discussioni perché lui beveva qualche birra di troppo – racconta la donna -, ma tranne l’incomprensione di quella notte lì, lui non ha mai alzato le mani». «Nella denuncia che ha sporto, però, diceva che suo marito era irascibile e violento – le ricorda il pm -. Che per alcuni anni aveva sopportato per non mettere in discussione il matrimonio, ma che negli ultimi due anni la situazione era diventata sempre più pesante».
«Non disconosco la querela – cerca di spiegare la donna -, ma l’ho fatta solo per punire mio marito per quella sera. Ero arrabbiata e volevo spaventarlo. Non pensavo che saremmo arrivati a tutto questo». La donna indica giudice e tribunale, e poi scoppia a piangere. La querela è stata ritirata tempo fa, ma il processo prosegue lo stesso. L’accusa è quella di maltrattamenti in famiglia. «Ma è vero che suo marito l’ha insultata pesantemente?».
«Sì, ma erano solo parole. Alle mani si è arrivati solo quella notte». Saranno solo parole, ma una volta il marito prese 30 euro dalla borsetta della moglie. Andò al bar e tornò ubriaco, minacciandola. Quella volta, a chiamare spaventata i carabinieri, fu la figlia. In almeno quattro occasioni i carabinieri arrivarono a casa dei due, e la donna passò la notte lontano dal marito. L’uomo è in aula e siede davanti a lei. Durante la deposizione si guardano più volte. Dopo quella notte i due sono tornati assieme. «Dopo due giorni abbiamo fatto la pace e da allora non ci sono più stati problemi». La speranza è che le cose siano andate veramente così. Si torna in aula l’8 ottobre.
Tiziano Scolari
p.rossetti
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