Roma, 13 dic. (TMNews) – Finisce l’era Minzolini al Tg1, al suo posto un incarico ad interim per il direttore della Tgr Alberto Maccari. Un risultato per il presidente Garimberti, ma di fronte al cda spaccato e che si manifesta a maggioranze variabili resta intatto il problema della governance. Problema che, per il Tg1, si ripresenterà puntuale a fine gennaio. E chissà se per allora il ‘vento Monti’ invocato da Garimberti contro l’asse che regge della ex maggioranza, soffierà anche su Viale Mazzini.
Un risultato l’opposizione l’ottiene. Due voti per un’unica delibera, evitando così di dover votare per Maccari pur di ottenere il trasferimento di Minzolini, il che avrebbe portato con ogni probabilità alle dimissioni di Rizzo Nervo. Il voto separato, chiesto anche da Van Straten e De Laurentiis, avrebbe potuto lasciare il tempo di tentare un accordo su un nome di peso. Da vedere se si riuscirà, per ora il risultato è una direzione a tempo, e un Cda comunque spaccato. Sul trasferimento del direttorissimo ‘cede’, tra i cinque consiglieri di centrodestra, Alessio Gorla, che vota a favore. Esce De Laurentiis, consigliere di area Udc che più volte nei giorni scorsi aveva invocato una soluzione esterna e di peso: una scelta che avrebbe irritato Van Straten e Rizzo Nervo, compatti sul sì al trasferimento.
Il voto disgiunto impedisce ai consiglieri di centrodestra di mantenere il no su tutta la linea alla delibera unica: a favore di Maccari si esprimono Verro, Bianchi Clerici, Gorla, Rositani e il presidente Garimberti. Resta su quella posizione Angelo Maria Petroni, convinto che la delibera approvata oggi, che interpreta in maniera estensiva la legge sui dipendenti pubblici rinviati a giudizio, vada contro gli interessi dell’azienda, e in particolare sulla sua possibilità di concorrere sul mercato. Argomenti comunque condivisi anche da Verro: il Testo unico sulla Rai del 2005 prevede che l’azienda
sia “assoggettata alla disciplina generale delle società per azioni. Il Parlamento, con una legge speciale, ha deciso quindi di tutelare la Rai e distinguerla chiaramente dagli altri servizi pubblici” ma con la decisione di oggi il Cda “ha segnato, probabilmente, l’inizio della fine del servizio pubblico”. Petroni annuncia di agire nelle sedi competenti “a tutela” dell’azienda, lo stesso Verro arriva ad invocare un “concorso pubblico” per la nomina del direttore del Tg1 a fine interim di Maccari.
Dunque maggioranze variabili, soprattutto l’asse Pdl-Lega che regge ed è ancora determinante. E’ il problema di governance che resta, osserva Rizzo Nervo, che ringrazia Garimberti per i due voti separati ma sottolinea come le “maggioranze risicate” emerse oggi dimostrano “che continua ad esserci un problema serio, che non può essere sottaciuto, di tenuta del vertice”, problema che “non può essere ignorato dall’Azionista e dal
Parlamento”. Per questo il Pd, con Matteo Orfini e Carlo Rognoni, torna a chiedere una riforma della governance, a fronte di una situazione “sempre più grave”.
In ogni caso inizia, al Tg1, l’era breve di Alberto Maccari. Breve non tanto per la natura della direzione, ad interim (quello di Marcello Masi al Tg1 è durato il massimo possibile), quanto perché Maccari doveva andare in pensione ad inizio gennaio, e il suo rapporto di lavoro viene prorogato. Il Cdr lo accoglie ‘con riserva’ dichiarando di volerlo valutare “sui fatti” e chiedendo comunque “discontinuità” rispetto alla gestione Minzolini. Resta dunque un mese per tentare un accordo su una soluzione strutturale che, alla luce del voto di oggi, sembra quanto meno arduo trovare, “presidente e dg dovranno fare il possibile”, afferma un consigliere. Per Minzolini intanto, tre carte tra cui scegliere, corrispondente a New York, Washington o Parigi: la legge prevede che l’azienda disponga un trasferimento di sede o d’ufficio, uno dei pareri legali sul tavolo del Cda di oggi suggerirebbe una collocazione diversa da una direzione per evitare eventuale reiterazione del reato e per l’immagine dell’azienda. Difficile insomma che al direttorissimo venga proposta la guida di una rete o di una testata, il dg punterebbe quindi su una corrispondenza di peso e sarebbero appunto tre le opzioni tra cui scegliere. Potrebbe essercene comunque un’altra: il ricorso con la richiesta di reintegro.
Mdr
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