Caldo e afa, mercoledì torrido Allarme: l’organismo non è pronto

Caldo e afa in aumento, al punto che l’Italia è attualmente la nazione europea più colpita dal caldo. Il picco, secondo il ministero della Salute, è previsto per mercoledì con allerta di livello 3 (“rosso”, con condizioni di “rischio elevato”).

Il Codacons lancia l’allarme anziani, dato che le prime ondate di calore sono quelle che determinano un maggiore impatto sulla mortalità, non essendosi l’organismo ancora adattato al clima estivo.

In particolare il Codacons chiede il coinvolgimento dei medici di famiglia, fondamentali per una vera azione di prevenzione e denuncia l’inutilità del “nuovo” accordo tra Governo ed enti locali sulla prevenzione degli effetti delle ondate di calore del 6 giugno 2012.

Infatti la “presunta” novità di sostituire lo strumento dell’ordinanza dei precedenti ministri della Salute con un accordo in sede di Conferenza unificata tra Governo e Regioni, Province e Comuni in realtà non apporta alcun sostanziale cambiamento rispetto alle precedenti fallimentari ordinanze che hanno finora mancato i loro obiettivi.

Persiste, infatti, l’errore grave di non coinvolgere i medici di famiglia e di non prevedere che, in caso di passaggio al livello 3, vadano a visitare i loro pazienti più a rischio, anche se non chiamati.

Le anagrafi della fragilità, quando sono fatte, continuano ad essere uno sterile e matematico elenco della popolazione di età pari o superiore ad anni sessantacinque, una lista generica e spropositata che non serve a nulla. Gli elenchi, infatti, dovrebbero essere fatti non dai comuni e dalle asl, ma dai medici di base, limitandosi agli anziani effettivamente a rischio, a seconda delle loro patologie.

Il ministero della Salute, inoltre, non può limitarsi, una volta siglato l’accordo, a riciclare i vecchi ed arcinoti opuscoli o a comunicare le previsioni del tempo, ma deve perlomeno verificare che il già insufficiente accordo, siglato, a dimostrazione della sua inutilità, “senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica”, sia poi effettivamente rispettato degli enti locali.

s.bartolini

© riproduzione riservata