VARESE In questi giorni non è solo l’afa a rendere irrespirabile l’aria in città. La prima vera ondata di caldo estivo infatti è accompagnata da una concentrazione di inquinamento che rende l’atmosfera pesante soprattutto per le persone che hanno già delle difficoltà respiratorie croniche.
Questa volta, oltre all’ozono che ha superato i livelli di guardia in tutte le principali città della provincia, c’è anche il biossido di azoto, prodotto dalla combustione di gas e benzine e che in assenza di vento rimane concentrato a livello della strada,
ad “altezza nasi”.
A raccontare di una situazione sempre più allarmante sono i dati elaborati dalle centraline dell’Arpa che da anni tengono monitorata, giorno per giorno la qualità dell’aria che respiriamo.
Gli ultimi dati disponibili (quelli riferiti alla giornata di lunedì) sono allarmanti non tanto per quanto riguarda la concentrazioni di polveri sottili (Pm10 e Pm 2,5) ma con riferimento ad altre particelle ugualmente pericolose: la centralina di via Copelli ha registrato un’impennata della quantità di biossido di azoto, schizzato a 286 microgrammi per metro cubo contro un valore limite di 200 e una media giornaliera che nel mese di giugno non raggiungeva quota 50 microgrammi per metro cubo.
Stessa impennata, anche se meno preoccupante, l’ha fatta registrare il monossido di carbonio, schizzato da 0,5 microgrammi per metrocubo a una concentrazione di 1,5. Tutta colpa di particolari situazioni contingenti che hanno influenzato le rilevazioni della centralina? Improbabile, visti i numeri registrati dagli altri rilevatori: alla Vidoletti (in zona Masnago), i livelli di guardia sono stati superati per quanto riguarda l’ozono, chiamato anche smog fitochimico e conseguenza del monossido di azoto, presente nei gas di scarico e dall’ossigeno: 205 microgrammi per metro cubo la concentrazione registrata lunedì, ma il valore limite di 180 è superato già da sabato scorso, proprio come accade a Gallarate, Busto Arsizio e Saronno, dove si è registrato il risultato peggiore, con 331 microgrammi per metro cubo.
L’ozono, assieme al biossido d’azoto, sono potenti broncocostrittori e la loro inalazione comporta un’intensa irritazione delle vie aeree. Ecco spiegato il senso di bruciore agli occhi e alla gola, accompagnato spesso da difficoltà respiratorie e mal di testa, soprattutto nei soggetti già affetti da malattie respiratorie o tendenzialmente allergici ai pollini. L’ozono in particolare può alterare la funzionalità meccanica polmonare, scatenando attacchi di asma, soprattutto nelle persone predisposte.
La concentrazione di ozono e biossido di azoto è incentivata dal caldo e dall’assenza di vento, due caratteristiche che continueranno a caratterizzare il clima di Varese e provincia almeno per un paio di giorni ancora, con temperature destinate a superare ancora i 30 gradi. Poi, secondo le previsioni del Centro geofisico prealpino, da giovedì potrebbero arrivare sporadici rovesci pomeridiani in grado di rendere più fresche quantomeno le notti.
s.bartolini
© riproduzione riservata