Roma, 13 dic. (TMNews) – Un Cda Rai al buio quello di oggi,
convocato sul caso Minzolini. All’ordine del giorno un’unica
delibera che preveda il trasferimento del direttore rinviato a
giudizio per peculato e la nomina di Alberto Maccari, a tempo,
fino al 31 gennaio. Un voto unico sul quale si rischia l’impasse
a causa dei veti incrociati da parte della ex maggioranza e dei
consiglieri di area centrosinistra.
Sul tavolo del Consiglio, gli esiti dell’udienza preliminare con la quale Minzolini è stato rinviato a giudizio e i provvedimenti di nomina correlati. Il nodo riguarda proprio l’interpretazione della legge 97 del 2001 sugli effetti del giudicato penale nei confronti dei dipendenti delle amministrazione pubbliche. Per quanto riguarda il trasferimento a causa del rinvio a giudizio la legge prevede che, in caso avvenga per reati come il peculato, l’azienda sposti il dipendente “ad un ufficio diverso da quello in cui prestava servizio al momento del fatto, con attribuzione di funzioni corrispondenti, per inquadramento, mansioni e prospettive di carriera, a quelle svolte in precedenza. Trasferimento d’ufficio quindi. Ma la stessa legge prevede anche che se “per obiettivi motivi organizzativi, non sia possibile attuare il trasferimento di ufficio, il dipendente è posto in posizione di aspettativa o di disponibilità”.
Allo stato, tra i consiglieri di centrodestra, sarebbero tre i voti contrari alla delibera nel suo complesso: Verro, Petroni e Bianchi Clerici dicono no al trasferimento d’ufficio e alla nomina di Alberto Maccari, considerata una soluzione ‘debole’ per la guida del Tg1. A favore, o magari assenti al voto, potrebbero essere gli altri due consiglieri di area centrodestra, Rositani e Gorla. Difficile però che i tre consiglieri d’opposizione, convinti della necessità di spostare Minzolini, appoggino la nomina di Maccari: al Tg1 occorre una direzione “autorevole”
– dichiarava ieri De Laurentiis -, e non una che manifesti “impotenza” – sottolineava Rizzo Nervo. Il quale, secondo alcune voci, su questo punto potrebbe anche fare un passo indietro, magari dopo aver votato la delibera a patto che sancisca il trasferimento di Minzolini. Punto sul quale anche Garimberti è fermo e pronto a rimettere il suo mandato. Insomma, quella ai voti domani, per dirla con un consigliere, “è una delibera che scontenta tutti”.
Mdr
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