Venezia, 1 set. (TMNews) – Un lunghissimo applauso ha salutato la proiezione per il pubblico di ‘Ruggine’ di Daniele Gaglianone presentato nelle Giornate degli autori alla 68esima Mostra del Cinema di Venezia. In sala era presente il regista e i protagonisti: Valeria Solarino, Stefano Accorsi, Filippo Timi, assente Valerio Mastrandrea.
Un film coraggioso “Ruggine”, diretto da Daniele Guaglianone che porta sullo schermo il dramma della pedofilia. Straordinario Filippo Timi e paurosamente credibile nel ruolo del dottor Boldrini, il pediatra che violenta e uccide le bambine di un quartiere alveare della periferia di Torino, abitato soprattutto da meridionali. “Il male assoluto non si vince – ha sottolineato il regista – nei miei film ho parlato spesso della violenza e di come cambia le persone, dai partigiani ai bambini di Ruggine che incontrano la pedofilia cioè il male assoluto. Sconfiggono il drago ma dentro di loro non lo sconfiggono mai”.
“Ruggine” e la malattia del ferro che corrompe ma è anche il luogo abbandonato, fatto di lamiere e di carcasse d’auto, che i bambini hanno eletto il castello dei loro giochi. E’ lì in quelle vicinanze che il dottor Boldrini cattura le sue vittime, proprio come il drago del castello. Le adesca recitando un mantra, cantando ispirato arie d’opera come “Una furtiva lagrima”, ipnotizzato dalle sue nefandezze, coi pantaloni abbassati, mentre ai suoi piedi giace una bambina insanguinata che ha appena violentato.
Valeria Solarino è una delle bambine scampate al mostro, il pediatra del quartiere. ” Mentre giravamo, dovevo avere la sensazione di avere qualcuno dietro le spalle, Ruggine sono anche le cicatrici che non si cancellano mai. E la frase ricorrente che i bambini se lo diciamo ai grandi non ci crederanno mai”. Filippo Timi è talmente emozionato e scosso nell’essersi visto nei panni del dottor Boldrini che balbetta.
“Io non sono quello avete visto – tiene a precisare e un po’ cerca di stemperare la tensione – che attore eccezionale sono!”.
Bnz/Sar
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