Crisi/ Fini: Non c’è accanimento Ue, chiede anche nostro interesse

Rieti, 26 ott. (TMNews) – “Io andrei molto cauto a usare termini come ‘commissariamento’ o ‘diktat’: non c’è una Ue cattiva nei confronti del nostro Paese, ma c’è la richiesta di rispettare l’impegno che l’Italia ha preso quando è entrata nell’euro”. Lo ha detto il presidente della Camera, Gianfranco Fini, intervenendo a Rieti a un convegno sui 150 anni dell’Unità d’Italia organizzato dalla Confindustria locale, spiegando che quanto chiesto da Bruxelles, alla fine, altro non è se non interesse dell’Italia farlo. “L’essere entrati nell’area euro – ha detto Fini – comporta obblighi: non si può pensare che gli altri Paesi non chiedano a un Paese come il nostro di fare qualcosa che è nel loro interesse, ma anche nel nostro”. Insomma, “l’Europa non ci chiede altro che fare nel nostro interesse”.

Ecco quindi che secondo il presidente della Camera non c’è “alcun tipo di accanimento nei confronti del nostro Paese. Semmai – ha sottolineato Fini – è il nostro Paese che deve farsi un esame di coscienza” sull’aver rispettato o meno gli impegni con Bruxelles. Tanto più che l’Europa, secondo Fini, “non si è imposta, ma è stata una libera scelta” di quella che “fino a poco tempo fa era una delle società più europeiste” del continente, mentre ora, ha detto ancora Fini, vedo “una sorta di regressione” di questo sentimento. Eppure, ha concluso il presidente della Camera, l’Ue ci serve.

“Sarebbe ridicolo – ha sottolineato infatti Fini – poter pensare di rispondere a sfide globali con delle politiche su scala nazionale? Nemmeno la Germania ha più questa pretesa. Da qui la necessità di regole e prerogative europee, anche per difendere su scala globale i singoli interessi nazionali”.

Gic

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