Roma, 14 dic. (TMNews) – Mancano i cappi e i forconi in Aula, ma per il resto la lega di lotta è tornata. Archiviata la parentesi di governo, spezzato l’asse del Nord con Silvio Berlusconi, il Carroccio ha rispolverato i vecchi cavalli di battaglia, dall’indipendenza padana a Roma Ladrona, al Nord che deve pagare i conti di tutti e che s’è stufato di mantenere il resto d’Italia. Che la musica stesse cambiando era stato avvertito già ieri, con la condotta a dir poco irrequieta dei deputati del Carroccio in commissione alla Camera durante l’audizione delò presidente del Consiglio sulla manovra, ma stamattina al Senato è arrivata la conferma.
I senatori leghisti, infatti, hanno contestato talmente forte Mario Monti da costringere il presidente del Senato, Renato Schifani (mandato senza giri di parola “a cagare” dal senatore Enrico Montani, che per questo s’è becato una censura dalla presidenza) a sospendere la seduta. Cartelli con la scritta “meno tasse” e “manovra rapina” sono stati sollevati in Aula durante l’intervento del premier, cori che ritmavano “vergogna vergogna” e dichiarazioni al fulmicotone sulla contiguità del governo Monti con quello Propdi, gridate più che esposte in Aula sono stati gli strumenti parlamentari usati stamattina dal Carroccio, rivendicati in pieno dal capogruppo Federico Bricolo. “Abbiamo alzato la voce – ha detto al termine della seduta – e non mancheranno altre occasioni per farlo”.
Non solo: anche a Montecitorio i leghisti intervengono a raffica su tutto, hanno rispolverato i comunicati firmati con le cariche padane e, soprattutto, considerandosi al momento unica opposizione, rivendicano tutte quelle che sono le prerigative di minoranza. (I parlamentari Idv che adesso contestano le azioni Monti hanno comunque votato la fiducia al governo quando si presentò alle Camere, atto che per prassi segna l’ingresso in maggioranza). Per questo, oggi pomeriggio i capigruppo della
Lega di Camera e Senato, Marco Reguzzoni e Federico Bricolo, hanno annunciato che il Carroccio “non parteciperà più ai lavori
del Copasir finché non saranno ripristinate le regole della democrazia”. Ciò che la Lega rivendica, infatti, è la presidenza del comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti, che per legge spetta all’opposizione.
La questione, vale la pena di ricordare, è all’attenzione dei presidenti delle Camere, perchè, a rigore di logica, l’attuale presidente, Massimo D’Alema, eletto in quota Pd a inizio legislatura, quando i democratici erano opposizione, al momento è esponente di maggioranza, in quanto anche lui, alla Camera, ha votato la fiducia al governo Monti.
Gic
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