Cinema/ Le idi di marzo, Clooney svela retroscena della politica

Roma, 14 dic. (TMNews) – Impegnato, cinico e graffiante. George Clooney sfida i cinepanettoni, i cartoon e le commedie, e arriva nelle sale italiane per Natale, il 16 dicembre, con “Le idi di marzo”, già applaudito alla Mostra di Venezia, film di forte attualità e che pone la domanda su cosa si è disposti a fare per raggiungere un obiettivo. Per il divo hollywoodiano si tratta della quarta regia, ma nella pellicola liberamente tratta dall’opera teatrale “Ferragut North” di Beau Willimon, recita anche e si è costruito il personaggio del governatore Morris che a teatro non appare mai.

Non è un film politico, ha precisato lo stesso Clooney, qui anche in veste di sceneggiatore e produttore e in odore di Oscar, ma “sulla questione morale”, mette allo scoperto i giochi di potere, gli intrighi, le manipolazioni e i compromessi a cui alla fine tutti scendono per conquistare il potere. Lo scenario è quello delle primarie in Ohio per la presidenza del partito democratico. Clooney è uno dei candidati, ma il protagonista è il bravissimo Ryan Gosling, giovane e aitante guru della comunicazione che gli cura la campagna elettorale. E’ lui la mente, l’esperto che studia le strategie, e lo fa con passione, perché crede nel suo candidato e lo vede come un uomo nuovo, capace di cambiare in positivo il paese.

Anche allo spettatore sembra la persona giusta: nei comizi Morris si professa contro le guerre, a favore delle energie pulite, aperto ai matrimoni gay e contro la pena dei more, poi, si scopre che ha avuto un’avventura con la giovane stagista Evan Rachel Wood e tutto cambia. Perfino il suo geniale addetto stampa si trova coinvolto in una scia di corruzione e inganni, trascinato dal suo capo, Philip Seymour Hoffman, e dall’avversario (Paul Giamatti) che cura la campagna dell’altro candidato democratico. Nessuno ne esce pulito. La sceneggiatura del film era già pronta nel 2008: “A quel punto è stato eletto Obama e tutti erano felici e pieni di speranza – ha detto Clooney – un film cinico sulla politica sembrava fuori luogo. Un anno dopo siamo tornati cinici e abbiamo pensato di poterlo fare”.

Lua

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