Lussemburgo, 12 apr. (TMNews) – Di immigrazione si riparlerà ancora oggi a Lussemburgo, dove il ministro degli Esteri Franco Frattini parteciperà al Consiglio Affari Esteri. Ma gli stati dell’Ue hanno già risposto nettamente di no ieri alle richieste italiane: un no prevedibile, anzi inevitabile. Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, al suo arrivo al Consiglio Interni e Giustizia aveva fatto immediatamente capire che cosa c’era da attendersi: “Vedremo se esiste l’Europa unita e solidale o se è solo un’espressione geografica”, ha detto, citando una famosa frase di Metternich sull’Italia prima dell’unità.
Maroni è arrivato con una richiesta precisa, che già sapeva non sarebbe stata accolta (l’attivazione della direttiva sulla ‘protezione temporanea’ degli sfollati da situazioni di conflitto), e con una richiesta generica di “solidarietà”, attraverso una qualche forma di ‘ridislocazione’ fra gli altri Stati membri dei circa 20.000 migranti economici, per lo più tunisini, sbarcati negli ultimi mesi soprattutto a Lampedusa.
La direttiva 55/2001 sulla protezione temporanea, che prevede anche una forma di redistribuzione dei migranti fra i paesi Ue, non poteva essere attivata per due ragioni: la prima è che non c’è la maggioranza qualificata favorevole in Consiglio (l’hanno chiesta solo Italia e Malta); la seconda, più importante, è che non ci sono le condizioni (un afflusso massiccio di sfollati da regioni in guerra o dove vi sono violazioni sistematiche dei diritti umani) che la Commissione europea deve valutare per proporre di far scattare la protezione internazionale. Soprattutto, per ora questa direttiva non servirebbe affatto all’Italia, perché non può applicarsi ai migranti economici come i 20.000 giovani tunisini sbarcati a Lampedusa, ma solo ai pochi sfollati in fuga dalla guerra civile libica che sono riusciti ad arrivare in Italia.
Anche il richiamo italiano alla ‘solidarietà’, per redistribuire i migranti economici, era chiaramente destinato a cadere nel vuoto: al contrario che per i rifugiati, questo tipo di ‘condivisione degli oneri’ non è previsto dalle normative Ue.
Tutto quel che l’Italia poteva ottenere (soldi, assistenza, appoggio coi tunisini) l’ha avuto dalla Commissione; i permessi di soggiorno temporanei nazionali concessi ai tunisini sono stati dichiarati da Bruxelles e dai Ventisette “conformi alla lettera” delle regole di Schengen, anche se i tedeschi denunciano che ne tradirebbero ‘lo spirito’.
Dal punto di vista mediatico e politico, però, le dichiarazioni di Maroni circa una possibile uscita dell’Italia dall’Ue sono state un grande successo: la sua frase a effetto sull’Europa, “meglio soli che male accompagnati” è stata tradotta dai cronisti in tutte le lingue dei Ventisette.
Loc-Aqu
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