Roma, 15 dic. (TMNews) – Prima il divieto per i fotografi di immortalare dalle tribune i bigliettini che i deputati si scambiano in Aula, ora la polemica sui filmati fatti dagli stessi parlamentari nell’Emiciclo di Montecitorio. La pratica sarebbe vietata ma al boom dei videofonini, degli smartphone e dell’Ipad non si resiste e lo scontro esploso in seguito alla diffusione in tv dei filmati fatti con telecamera nascosta dal dipietrista Francesco Barbato è l’occasione per alcuni di rimettere in discussione quello che il deputato del Pd Roberto Giachetti, attivissimo sul web con un proprio sito, definisce “un divieto arcaico”.
Questa mattina Alessandra Mussolini (Pdl) in Aula alla Camera è tornata all’attacco di Barbato – i suoi filmati sono andati in onda anche ieri sera su La7 – e il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha fatto sapere che “il Collegio dei questori ha già chiesto spiegazioni al deputato Idv” che ha compiuto azioni “vietate” e “il Collegio dei questori è stato invitato dalla Presidenza a svolgere, ascoltando in primo luogo Barbato, un’istruttoria onde consentire alla Presidenza stessa, a seguito della medesima, di porre all’Ufficio di Presidenza il problema in ragione di una palese e dichiarata violazione di quello che è il nostro Regolamento interno”.
E mentre il presidente dei deputati Idv, Massimo Donadi, difende l’esponente del suo partito e chiede che insieme all’esame del ‘caso Barbato’ l’Ufficio di presidenza valuti “se non vi siano iniziative da prendere nei confronti di chi ha dichiarato, come immortalano i filmati fatti dal dipietrista, di avere in qualche forma venduto il loro voto”, all’attacco di Barbato va la Lega: “Questo è un atto grave, a mio avviso, anche sul piano dei rapporti umani”, ha denunciato in Aula Luca Paolini che ha chiesto le dimissioni del deputato Idv. “Si dimetta e poi faccia il fotoreporter clandestino, che quella è la sua professione; e Di Pietro, che si richiama alla legalità, si dovrebbe ricordare anche di tutte le leggi. Non si intercettano i parlamentari, tanto meno in Aula”. La leghista Erica Rivolta ne approfitta invece per puntare il dito contro Giachetti che “ormai, sistematicamente, realizza filmati”.
Il democratico, che ha criticato già la decisione dell’Ufficio di presidenza sui fotografi, coglie la palla al balzo per spiegare: “Siamo persone pubbliche e stiamo qui dentro a svolgere un mandato parlamentare su mandato popolare. Questa è la casa del popolo. Pertanto, trovo assolutamente arcaico, fuori storia e ridicolo il fatto che ci sia vietato, usando quel metodo a mio avviso leale ed onesto, cioè quello di fare cronaca rispetto a quello che succede in Aula, di utilizzare il telefonino per fare una ripresa piuttosto che una fotografia”. Sta con Giachetti anche l’Udc Roberto Rao, attivissimo su twitter, anche con una quotidiana cronaca dall’Aula: “Condivido i filmati realizzati come fa Giachetti in modo trasparente, e non in maniera subdola come fa Barbato”.
Dal canto suo Barbato, attaccato anche dal collega di partito Gabriele Cimadoro che ha chiesto per lui una “punizione” e si è detto “imbarazzato” di stare nel suo stesso partito, ha illustrato la volontà di “ricusare” coloro che lo giudicheranno, cioè i Questori: “I questori utilizzano degli appartamenti della Camera dei deputati, dove vivono, pranzano, hanno il catering, ed è tutto gratis, a spese dei contribuenti. Il fatto mi ha indignato moltissimo perché questo è un palese ed evidente esempio di come funziona la casta.
Per questa ragione, signor Presidente, oltre ad aver filmato i privilegi ed i comportamenti scorretti di alcuni deputati però, per questa indignazione, signor Presidente, ho filmato anche gli appartamenti dei signori questori che stanno a piazza San Claudio, gli appartamenti parlamentari che vengono utilizzati e dati ai signori deputati questori. Allora, per questa ragione, signor Presidente, le sollevo una questione di ricusazione. Quei signori deputati questori non possono giudicarmi perché sono interessati, perché hanno degli appartamenti della Camera dei deputati che usano gratis e che pagano gli italiani e non possono venire a giudicarmi perché ho sollevato anche la loro questione”.
Luc
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