Ginevra, 6 lug. (TMNews) – Le Nazioni Unite ritengono che le violenze, tra cui almeno 387 stupri, commesse dai ribelli lo scorso anno nella regione congolese del Nord-Kivu possano costituire “crimini di guerra e crimini contro l’umanità”. “In virtù del fatto che questi attacchi sono stati ben progettati e condotti in maniera sistematica e mirata, le violenze commesse potrebbero costituire crimini contro l’umanità e crimini di guerra” secondo la Corte penale internazionale (Cpi), si legge in un rapporto Onu.
Le violenze vennero commesse in quattro giorno all’inizio di agosto dello scorso anno in 13 villaggi del Nord-Kivu, nella zona orientale della Repubblica democratica del Congo. Le Nazioni Unite ne ritengono responsabile un gruppo di 200 uomini, composto da ribelli hutu ruandesi delle Forze democratiche di liberazione del Ruanda (Fdlr), da miliziani Mai-Mai e da uomini guidati dal colonnello Emmanuel Nsengiyumva, passato con i ribelli all’inizio del 2010.
Il rapporto, redatto dall’Ufficio congiunto delle Nazioni Unite per i diritti dell’uomo, indica che, stando alle prove raccolte finora, almeno 387 civili sono stati violentati dai combattenti, di cui 300 donne, 23 uomini, 55 ragazze e nove ragazzi. Inoltre, almeno 923 case e 42 negozi vennero saccheggiati, mentre altri 116 civili vennero sequestrati e poi costretti ai lavori forzati.
(Fonte Afp)
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