Washington, 13 apr. (TMNews) – La stabilità finanziaria globale è “aumentata nell’arco degli ultimi sei mesi, sostenuta da migliori risultati macroeconomici e dal perdurare di politiche accomondanti, ma rimangono fragilità”. E’ quanto si legge nel Global Financial Stability Report, diffuso dal Fondo Monetario Internazionale durante i meeting primaverili in corso a Washington. Nel documento si precisa che una “ripresa a due velocità” (modesta nelle economie avanzate e sostenuta in quelle emergenti) provoca problemi differenti nei vari Paesi.
In particolare, se le economie avanzate devono fare i conti con alti livelli di indebitamento, che “pesa sull’attività economica e minaccia la stabilità finanziaria rendendo i bilanci più fragili”, e con il fatto che gli istituti finanziari non si sono riprese allo stesso ritmo dell’economia, quelle emergenti devono fronteggiare problemi collegati a una solida domanda interna, alla rapida crescita del credito e ad ampi flussi di capitale. Inoltre, gli shock “possono allargarsi rapidamente all’interno del sistema finanziario”, si legge nel documento.
Secondo il Fmi, “l’obiettivo per le economie avanzate è passare da politiche di sostegno a strategie strutturali, mentre per quelle emergenti è limitare il surriscaldamento e l’aumento delle vulnerabilità per evitare di dovere porre rimedio in seguito”. Nei prossimi mesi, si legge nel documento dell’istituto di Washington, il problema più pressante sarà finanziare banche e fondi sovrani, in particolare in alcuni Paesi vulnerabili dell’Eurozona. In questi Stati “strategie di consolidamento fiscale e rafforzamento dei conti delle banche dovrebbero essere accompagnate da garanzie credibili che gli aiuti multilaterali siano sufficientemente flessibili”, mentre in altri Paesi “il finanzimento è meno problematico, ma comunque una preoccupazione”.
In generale, sottolinea il Fondo Monetario Internazionale, se la riduzione del deficit prosegue come previsto, “il costo degli interessi dovrebbe rimanere gestibile, sebbene progressi molto più sostenuti nel consolidamento fiscale di medio termine sarà necessario sia negli Stati Uniti che in Giappone per evitare di mettere a rischio la stabilità finanziaria e non intaccare la fiducia”.
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