Tangenziale ovest di Gallarate Si cerca il sostegno dei privati

Gallarate – Tangenziale Ovest di Gallarate, il progetto va avanti. Nonostante la crisi della finanza pubblica, l’assessore provinciale Aldo Simeoni punta al «colpo grosso»: coinvolgere operatori privati nel finanziamento dell’opera, strategica per il collegamento diretto dalla A8 e dalla A26 verso Malpensa e per togliere il traffico pesante dai quartieri dei Ronchi e del Cuoricino, a Gallarate e Cardano al Campo.

Servono almeno 15 milioni di euro, stando all’ipotesi preliminare elaborata dai tecnici di villa Recalcati. La bretella partirebbe dal ponte sulla ferrovia del Sempione tra Crenna e i Ronchi e, attraverso tre rotatorie (una alla base del ponte, una all’incrocio con via Aosta ai Ronchi e una in via Giovanni XXIII a Cardano dove c’è il Nautilus), si connetterebbe con lo svincolo Cardano-Ferno sulla superstrada 336, dove intercetterebbe anche il tracciato della nuova SP28 completando la tangenziale di Cardano.

Dall’uscita della A8 di Solbiate Arno, attraverso la SP26 tra Albizzate, Besnate e Crenna, si arriverebbe a Malpensa bypassando i centri abitati e senza trovare semafori. «L’ipotesi progettuale, in parte già modificata per superare alcune criticità sul tracciato originario, è stata presentata a fine ottobre al tavolo della Regione – spiega Simeoni – siamo in un momento difficile da un punto di vista economico e le risorse scarseggiano, ma la Regione è pronta a fare la sua parte se ci fosse un coinvolgimento diretto dei Comuni nel finanziamento dell’opera.

A quel punto anche la Provincia potrebbe investire sull’operazione». Il Pirellone chiede agli enti locali di arrivare ad una quota del 40% del finanziamento complessivo. Impensabile un intervento diretto dei Comuni, alle prese con tagli ai trasferimenti e patto di stabilità, l’idea di Simeoni è di convincere Gallarate e Cardano a individuare operazioni di riqualificazione urbanistica, su aree interessate dal futuro tracciato della Tangenziale, che con gli oneri di urbanizzazione da incassare possano arrivare alla copertura delle risorse necessarie. «Sarebbe un colpo grosso – ammette Simeoni – del resto gli operatori economici trarrebbero beneficio dalla realizzazione della nuova arteria, quindi avrebbero interesse ad investire».

Modalità certamente innovativa di affrontare il tema delle infrastrutture, una sorta di “project financing” creativo applicato alle opere viabilistiche. Una formula che finora si era limitata a finanziare rotatorie o parcheggi pubblici. Ma se di solito le nuove strade vengono “accusate” di portarsi dietro le future speculazioni e colate di cemento sui terreni adiacenti (vedi il caso della 336), stavolta la partecipazione attiva del privato, guidato dalle amministrazioni, diventerebbe prerequisito essenziale. Anche perché, ricorda Simeoni, «la Tangenziale è un’opera prioritaria, per dare un senso compiuto a tutti gli investimenti fatti finora sulla SP26 e sulla SP28».
Andrea Aliverti

p.rossetti

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