VARESE Cava Nidoli, futuro sempre molto incerto. Mentre il consiglio comunale di Varese porterà all’ordine del giorno la mozione per chiedere alla Regione lo stralcio in sostegno alla richiesta della Provincia, l’assessore regionale alle Infrastrutture, il varesino Raffaele Cattaneo, ha pubblicamente manifestato la convinzione che è meglio procedere con l’attuale piano cave e quindi autorizzare l’attività di escavazione nell’area boschiva tra Varese e Cantello. Cattaneo ha sostenuto che non vi sono, dal suo punto di vista, i presupposti per fare marcia indietro.
Durante l’incontro con la cittadinanza ad Acisate per parlare di una bretella stradale è stato incalzato da una sorta di “blitz” dei comitati contro la cava di Cantello. «Chiediamo a lei che è vicino sia alla famiglia Nidoli che all’assessore regionale Raimondi di intervenire per aiutarci», ha detto Marco Della Fiore, «sappiamo che la situazione sua e quella di Raimondi è molto difficile, ma ci aiuti a dare voce alla Provincia e ai Comuni che politicamente hanno chiesto lo stralcio. Se la sente di darci una mano?»
Non c’è voluto molto per capire che la risposta sarebbe stata negativa. «Credo sia giusto che il tema venga portato in consiglio regionale, ma non si dovrà valutare sull’onda emotiva come hanno fatto il consiglio provinciale e gli enti locali». Sul territorio insomma tutti si sarebbero lasciati un po’ prendere dai timori per le falde acquifere e di permettere uno scempio ambientale senza che ce ne siano i presupposti, secondo Cattaneo. Lo avrebbero fatto tra l’altro
senza aver guardato le carte. «Io mi sono premurato di farlo e ho scoperto cose interessanti. Intanto il piano cave è stato proposto dalla Provincia: ha inserito quella cava e ora ne chiede lo stralcio. Lo studio di impatto ambientale inoltre è stato fatto e dice che non ci sono pericoli». Per rincarare la dose, il piano di “recupero” non permette nemmeno di scavare volumi inferiori a 1.250.000 metri cubi attualmente previsti: non si riuscirebbe più a rispettare le prescrizioni di legge sulla riduzione delle pendenze.
Unico nodo da chiarire è l’allarme lanciato da Aspem sui rischi di contaminazione delle falde della Bevera in caso di escavazione. «Anch’io ho saputo che c’era questo allarme specifico – continua Cattaneo – per questo ho chiesto ad Arpa Lombardia di fare altri controlli che alla fine hanno escluso qualunque rischio sulla falda per effetto della cava».
Gli enti locali intanto perseguono sulla loro strada e chiedono di fermare quella cava entro il 2 marzo, termine ultimo entro il quale la Provincia dovrà autorizzare l’escavazione. Dopo Viggù e Cantello, la mozione per chiedere alla Regione lo stralcio in sostegno alla Provincia arriva in consiglio comunale a Varese. Non in quello di settimana prossima probabilmente, perché mancano i tempi tecnici, ma in uno convocato entro fine mese.
Francesca Manfredi
e.marletta
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