MALPENSA «Abbiamo bisogno di Malpensa», dichiara Anna Gervasoni, direttrice del Centro di ricerche sui Trasporti e le Infrastrutture dell’Università Carlo Cattaneo Liuc. Con la professoressa cominciamo un viaggio tra le voci del territorio sul futuro dell’aeroporto,
«L’unica area fisica geografica in cui possa esserci uno sviluppo di una simile infrastruttura è questa. E non si può pensare che quest’area che partecipa in maniera significativa al Pil europeo, non si doti di uno scalo moderno, internazionale, attrezzato. Escludo altre possibilità perché non ci sono» osserva Gervasoni.
La direttrice del Centro di ricerche della Liuc rimette al centro della riflessione quello che lei stessa definisce il «grande tema»: la liberalizzazione completa di Malpensa. Il contratto di programma in attesa della firma del premier Mario Monti, porterà soldi freschi per gli investimenti. Ma non solo. «Il fondo F2i farà sicuramente investimenti di capitale. Se ha investito qui è perché è certo di guadagnarci e posso dire, conoscendo bene questo fondo, che non ho mai visto Vito Gamberale perdere».
Al di là della terza pista, se ci sarà un rimodernamento dei satelliti e delle piste come il settore richiede in continuazione, investimenti su Malpensa, in sintesi «l’ampliamento della piattaforma», allora «non ci sarà da temere per l’occupazione», dichiara la professoressa. «Siamo in un ritardo folle, Malpensa deve svilupparsi attraverso un sano dialogo con il territorio. Perché ricordiamoci che, quando questo aeroporto non va avanti e perde posti di lavoro, è poi lo stesso territorio a lamentarsi». Il piano di sviluppo di Sea contiene «elementi di valore».
Oggi l’intervista completa sul giornale
e uno zoom con il sindacalista Ungaro
m.lualdi
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